Visualizzazione post con etichetta Venezia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Venezia. Mostra tutti i post

domenica 30 agosto 2015

Viaggio a Venezia, 1914

Les valises dans la gondole, 
qu'elle prenait la main de son mari : Tu as eu raison, dit-elle. 

On en peut varier a l'infini l'occasion, 
le vertige spontané qui saisit le voyageur 
débarquant à Venise reste toujours de cette qualité-là. 
Instantanément tout a disparu. 
Plus de souvenirs, plus de soucis, plus rien de la vie qui s'interpose. 
L'ivresse est immédiate, totale et profonde. 
On est pris, entraîné, arraché à la terre, enlevé sur des 
ailes — on a soi-même des ailes ; les coussins si doux de la gondole 
semblent des nuages sur lesquels on repose. 
Demain? Nous verrons bien, il sera temps encore. 
Mais soyons heureux, grisons-nous, glissons comme on court dans les rêves, 
balançons-nous dans la souple barque noire comme on se berce au son des valses. 
Et les palais défilent le long du canal, ainsi qu'au théâtre la toile roulée, 
et qui simule un paysage traversé par un héros en marche. 
Un monde irréel s'offre à nous ; pour la première fois, l'impossible est arrivé. 
Tendons les mains pour le saisir! 
Et il ne s'enfuit pas, il ne s'évanouit pas en fumée ; notre étreinte le serre ; 
nous le tenons, le touchons, le caressons, il est à nous enfin.  
 
(André Maurel)
 
 
 
Le valigie in gondola, lei prese la mano del marito:
- Avevi ragione, disse.

Si può cambiare l'occasione all'infinito, ma la vertigine spontanea 
che coglie il viaggiatore quando sbarca a Venezia, rimane di questa qualità. 
Immediatamente tutto scompare. 
Niente ricordi, niente preoccupazioni, 
nulla della vita che si interpone. 
L'ubriachezza è immediata, totale e profonda. 
Si è catturati, trascinati, strappati dalla terra, sollevati da ali 
- abbiamo in noi stessi le ali;  i cuscini morbidi della gondola 
sembrano nubi su cui riposare. Domani? Vedremo, ci sarà tempo. 
Ma cerchiamo di essere felici, noi così grigi, scivolando 
come si corre nei sogni, ondeggiando nella morbida barca nera 
come cullandosi a suon di valzer. 
E i palazzi che sfilano lungo il canale, come una tappezzeria teatrale 
che simula un paesaggio attraversato da un eroe in cammino. 
Un mondo irreale si offre a noi; per la prima volta, 
l'impossibile è accaduto.
Tendiamo le mani per afferrarlo! Non fugge, non svanisce come fumo, 
il nostro abbraccio lo trattiene; lo tocchiamo, lo accarezziamo, 
finalmente è nostro.
 
("Quindici giorni a Venezia", André Maurel)
 

venerdì 17 febbraio 2012

Venezia nel 1500 a volo d'uccello

Nel 1500 Jacopo de' Barbari disegnò e incise quel capolavoro che ancora oggi non finisce di stupire: la pianta di Venezia a volo d'uccello. L'impressionante precisione tecnica e prospettica la rese fin da subito, e per i secoli a seguire, un punto di riferimento sicuro per storici, architetti, studiosi o semplici curiosi della storia di Venezia.
Come per diversi artisti rinascimentali, la vita del de’ Barbari è praticamente sconosciuta: si suppone sia nato intorno al 1440 a Venezia, ma non è mai stato trovato un certificato di nascita, così come è incerta la data di morte (forse il 1515). Anche l'attribuzione di alcune sue opere risulta difficile per via dell'insolita abitudine di firmarle con il simbolo del pianeta Mercurio. In ogni caso il de' Barbari era già piuttosto celebre prima della fine del Quattrocento, grazie ad alcune opere eseguite per l’imperatore Massimiliano d’Asburgo.
I suoi lavori ricevettero apprezzamenti anche da illustri colleghi come Albrecht Durer (1471-1528), cui si devono alcune annotazioni interessanti sulla vita dell’elusivo artista. Allievo di Alvise Vivarini, Barbari si dimostrò estremamente ricettivo verso la tradizione figurativa nord-europea, riadattandola con felici intuizioni alle proprie radici italiane.
Oltre alla pittura in senso stretto il de' Barbari praticò anche l’intaglio del legno e l’incisione a stampa. Tra i lavori di questo breve periodo, vanno sicuramente ricordati la meravigliosa mappa aerea di Venezia, realizzata con stupefacente precisione millimetrica, ed uno splendido bozzetto di Cleopatra, conservato al British Museum di Londra.
Purtroppo il de' Barbari è oggi quasi dimenticato in Italia, nonostante la presenza di diverse opere custodite a Venezia e alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Gode invece di notevole popolarità in Inghilterra come testimoniato dai grandi apprezzamenti ricevuti per l’esposizione di alcuni suoi pezzi al British Museum, nell’ambito della grande mostra dedicata ai disegni rinascimentali, tra cui spiccava una spettacolare stampa della veduta di Venezia realizzata con sei blocchi di legno di grandi dimensioni su sei fogli di carta che sono stati poi uniti per coprire una superficie di quasi quattro metri quadrati!
La stampa del British Museum è una delle undici originali sopravvissute dalla prima xilografia del 1500 (i blocchi di legno originali sono al Museo Correr di Venezia). L'editore della stampa fu Anton Kolb, un mercante tedesco di Norimberga, che risiedeva a Venezia. Le dimensioni della sua xilografia erano assolutamente senza precedenti. A Kolb venne concesso il diritto d'autore sul design da parte del governo della Serenissima, e venne autorizzato a vendere le stampe al prezzo, allora molto elevato, di tre ducati.

venerdì 3 febbraio 2012

Nuovo itinerario teatrale de L'altra Venezia

L'altra Venezia è lieta di annunciare l'inserimento di una nuova proposta di visita: Itinerario teatrale sulle cortigiane e il libertinaggio a Venezia.
L'itinerario proposto è una passeggiata tra calli e campi alla ricerca di quei luoghi che raccontano la storia delle cortigiane e del libertinaggio a Venezia.
Partendo dal Trecento fino alla caduta della Repubblica nel 1797 si scopriranno usi, leggi e curiosità legate a questo aspetto che, tra gli altri, ha contribuito a rendere celebre la Serenissima.
Verranno narrati fatti realmente accaduti e aneddoti di personaggi più o meno conosciuti che, tra conventi e palazzi nobiliari, hanno fatto la storia del libertinaggio a Venezia.
La narrazione si alternerà agli interventi di due attrici professioniste che reciteranno scene ispirate ai fatti descritti. Una sorta di teatro per strada (o meglio per “calle”) che renderà viva e vivace la narrazione appena ascoltata, con la verve e l'umorismo caratteristici della migliore commedia veneziana.
Per rendere al meglio l'atmosfera dell'argomento ed apprezzare le parti recitate, l'itinerario si svolge tipicamente di sera, in una Venezia avvolta dalla magia e dal mistero delle sue notti.

L'itinerario viene svolto per un massimo di 20 persone, a date prestabilite, ma è possibile anche, previa richiesta con sufficiente anticipo, organizzarlo a richiesta.
La durata è di circa due ore.

Per informazioni e prenotazioni: iinfo@laltravenezia.it

lunedì 12 dicembre 2011

Musica a Venezia

Proviamo ad immaginare la sorpresa degli stranieri che arrivano a Venezia per la prima volta e scoprono che all'ora della messa e dei vespri le chiese risuonano di una musica travolgente di virtuosità, eseguita da ensemble formati unicamente da fanciulle, le quali non solo cantano come angeli, ma suonano anche il violino, il clavicembalo, il corno e il contrabbasso! Chiese piene di una folla di appassionati che hanno acquistato il loro posto nel tempio sacro, esattamente come fanno per l'opera durante la settimana.
La fama di queste fanciulle giunge in tutta Europa: Parigi, Londra, Berlino, Vienna, San Pietroburgo... Jean-Jacques Rousseau scrive che spesso tra il pubblico c'erano anche attori e cantanti di fama internazionale..
Queste misteriose giovani che vivono in una sorta di clausura, e il cui talento uguaglia quello delle dive più adulate delle scene dell'opera, sono in realtà orfane soccorse per strada al fine di evitar loro una vita tristemente destinata alla prostituzione, e alle quali, in seno agli Ospedali (a Venezia gli Ospedali erano anche ospizi e orfanotrofi) che le accolgono, viene insegnata musica e canto.
Contribuisce senz'altro al successo di queste fanciulle, il fatto che cantino sempre nascoste dietro alle grate dei barchi e delle tribune, alimentando quindi un senso di mistero e di fantasia sulla loro ipotetica bellezza pari solo alla loro bravura.
In ogni caso le cappelle musicali femminili degli Ospedali rappresentano molto più di una semplice curiosità, esse sono infatti per la Serenissima un vero e proprio simbolo, un simbolo mistico e politico, legato in modo indissolubile alla storia della città. I loro canti sono l'allegoria stessa di Venezia-Venere, della Venere uscita dalle acque che in Venezia si identifica con la Vergine Maria (non a caso la data leggendaria della fondazione della città viene fatta risalire al 25 marzo, giorno dell'Annunciazione). Era quindi con grande orgoglio che il governo veneziano invitava principi, imperatori e ambasciatori ad ascoltare i concerti di queste speciali fanciulle.
Pochissimi i fortunati ch'ebbero l'occasione di conoscerle personalmente, tra questi ricordiamo J.J. Rousseau che ebbe il privilegio di poter entrare presso l'Ospedale dei Mendicanti e conoscere le ragazze del coro... ma ne rimase un poco deluso:
"Entrando nel salotto che conteneva quelle divine beltà tanto desiderate, provai un fremito d'amore. Il signor Le Blond mi presentò, una dopo l'altra le celebri cantanti, di cui voce e nome era quanto mi era noto: "Venite Sofia"... era orribile,  "Venite Caterina" ... era guercia, "Venite Bettina"... il vaiolo l'aveva sfigurata.... Quasi nessuna era immune da una qualche notevole imperfezione. Quell'uomo rideva della mia crudele delusione. Pure, due o tre, mi parvero discrete. Ero sconfortato. Durante la merenda, le stuzzicammo, e esse si misero in allegria. La bruttezza non esclude la grazia, ne scoprii. Mi dicevo: "Non si canta così senz'anima, esse ne hanno". Alla fine il mio modo di vederle mutò a tal punto che uscii quasi innamorato di quei mostriciattoli" (J.J. Rousseau, "Confessioni").

Oggi in città esistono ancora delle tracce di questo passato musicale e grazie ai percorsi musicali de L'altra Venezia è possibile ripercorrerne la storia.


 

venerdì 18 novembre 2011

Breve riassunto della storia artistica a Venezia

Venezia tende ad essere in ritardo di circa mezzo secolo rispetto al resto dell'Europa nel passare da uno stile artistico all'altro.
Ecco una classificazione molto semplificata:
- Lo stile Bizantino (maggior monumento la Basilica di San Marco) predomina fino a tutto il Duecento; fatto comprensibile in una città fortemente legata a Costantinopoli. Il Romanico vi si affianca piuttosto timidamente.
- Nel Trecento si passa al Gotico (maggior monumento il Palazzo Ducale) che predomina per tutto il Quattrocento, con sviluppi particolarmente felici
- Il Cinquecento è il secolo del Rinascimento, le cui prime opere (la Chiesa dei Miracoli e la statua equestre di Colleoni), nonché quelle del maggior architetto, Mauro Codussi, hanno un vero carattere rinascimentale, ma rapidamente sopravviene il Manierismo delle opere di Sansovino e di Palladio. Egualmente ispirati al Manierismo i tre maggiori pittori del secolo: Tiziano, Tintoretto e Veronese.
- Venezia sembra lieta nel Seicento di ritrovare nel Barocco uno stile più conforme al proprio gusto del teatrale (Chiesa della Salute di Longhena), e poi indulgere nel Rococò del Settecento (massimo esponente: Tiepolo)
- Nei suoi ultimi decenni la Serenissima si specchia nei dipinti eleganti di Canaletto, Guardi e Longhi.
- Il Seicento fu anche il grande secolo della musica a Venezia, con i Gabrieli, Monteverdi, Albinoni, Vivaldi e Benedetto Marcello, mentre nel Settecento emerge il genio di Carlo Goldoni.
- Alla fine del Settecento viene completato il Teatro della Fenice. I teatri privati veneziani, fra i primi teatri coperti d'Europa, ebbero enorme successo anche nel secolo seguente. Maggior artista figurativo: Antonio Canova.

lunedì 14 novembre 2011

Le Venezie invisibili

"Dopo il tramonto, sulle terrazze della reggia, Marco Polo esponeva al sovrano le risultanze delle sue ambascerie. D'abitudine il Gran Kan terminava le sue sere assaporando a occhi socchiusi questi racconti finché il suo primo sbadiglio non dava il segnale al corteo dei paggi d'accendere le fiaccole per guidare il sovrano al Padiglione dell'Augusto Sonno. Ma stavolta Kublai non sembrava disposto a cedere alla stanchezza.
- Dimmi ancora un'altra città - insisteva.
- Di là l'uomo si parte e cavalca tre giornate tra greco e levante... - riprendeva a dire Marco, e a enumerare nomi e costumi e commerci d'un gran numero di terre. Il suo repertorio poteva dirsi inesauribile, ma ora toccò a lui d'arrendersi. Era l'alba quando disse:
- Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco.
- Ne resta una di cui non parli mai.
Marco Polo chinò il capo.
- Venezia - disse il Kan.
Marco sorrise: - E di che altro credevi che ti parlassi?
L'imperatore non batté ciglio. - Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.
E Polo: - Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia
- Quando ti chiedo d'altre città, voglio sentirti dire di quelle, e di Venezia, quando ti chiedo di Venezia
- Per distinguere le qualità delle altre, devo partire da una prima città che resta implicita. Per me è Venezia
- Dovresti allora cominciare ogni racconto dei tuoi viaggi dalla partenza, descrivendo Venezia così com'è, tutta quanta, senza omettere nulla di ciò che ricordi di lei.
L'acqua del lago era appena increspata; il riflesso di rame dell'antica reggia dei Sung si frantumava in riverberi scintillanti come foglie che galleggiano.
- Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano - disse Marco - Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse, parlando d'altre città, l'ho già perduta a poco a poco."
(Italo Calvino)

venerdì 11 novembre 2011

Struttura delle case veneziane

Tutte le costruzioni veneziane, fin dai tempi più antichi, dovettero sottostare a due costrizioni: quella del limitato spazio orizzontale disponibile e quella del limitato peso che poteva essere eretto su un terreno così poco solido come quello argilloso delle isole lagunari.
La costrizione orizzontale (a Venezia la superficie edificabile, ed edificata, è di soli 7kmq) portò i palazzi e le case in genere ad affiancarsi senza interruzioni o divise da calli strettissime, per cui generalmente solo la facciata prospiciente l'acqua è decorata. Dove rii o canali sono stati interrati, eventuali decorazioni di facciate sono indice della loro passata esistenza.
La preoccupazione del peso si ritrova nella scarsa sporgenza dei balconi, nell'uso di scale esterne per tutta l'epoca gotica e successivamente di scale interne prive di balaustre e sormontate a volta per ridurre la pressione dei muri esterni. Questi avevano sovente uno spessore di quattro mattoni al piano terreno che si riducevano poi a tre o anche a due mattoni nei piani superiori. I muri divisori solitamente erano formati da due sottili strati di legno con l'intercapedine riempita di pietrisco e mattoni triturati.
La decorazione delle pareti veniva eseguita in stucco, affreschi, sete o cuoio, spesso campeggiavano placche di "marmorino", una polvere di marmo che somiglia a lastre della stessa materia pur pesando molto meno. Similmente i pavimenti erano ricoperti di "terrazzo", un misto di polveri di marmo, di vetro e di mattoni, sovente con elementi decorativi in tessere di mosaico. Oltre al peso ridotto il pavimento "alla terrazza" ha notevole elasticità, utile a compensare i movimenti delle fondamenta.
I soffitti sono in travi, quanto più leggeri possibili, talvolta dipinti, altre volte nascosti da un leggero reticolato stuccato o affrescato. Eguale leggerezza si ritrova nelle strutture dei sottotetti, nella scelta delle tegole e nella costruzione dei terrazzi sovrastanti i tetti, le "altane".

mercoledì 26 ottobre 2011

Venezia minore

"Venezia minore" è un concetto importante per fruire degli aspetti insoliti e poco conosciuti della città, che discendono da una parte dalla storia dell'architettura, dall'altra dal cinema e dalla fotografia.
Il libro pionieristico e assai apprezzato anche da Le Corbusier, di Egle Trincanato, Venezia minore, aiuta a penetrare nella logica delle costruzioni civili veneziane, in particolare nei sestieri di Dorsoduro e Castello, determinata dall'utilizzo della pietra d'Istria, dalla presenza di alcuni stilemi (cornici, porte architravate, finestre monofore, bifore, polifore...) a volte rispondenti a soluzioni funzionali immediate, come la protettiva sporgenza dei barbacani sulle botteghe a piano terra, con il conseguente recupero di spazio abitativo nel piano superiore. Si tratta quindi di un importante codice di identificazione che impronta, anche nella vita quotidiana, un certo modo di concepire lo spazio e il decoro urbano.
Venezia minore era anche il titolo di un documentario del 1940 di Francesco Pasinetti, regista veneziano scomparso prematuramente (1911-49), fratello del romanziere Pier Maria Pasinetti. L'opera intendeva indirizzare la cinepresa alle sequenze di una vita quotidiana che scorreva lenta nelle calli, lungo i canali e attraverso i ponti dei sestieri di Cannaregio e Castello, ma anche alla Giudecca. L'interpretazione visiva di Pasinetti contrastava, per il suo realismo, con l'utilizzo scenografico della città in alcune grandi cerimonie pubbliche (come la visita di Hitler nel 1934).
E ancora, con Gianni Berengo Gardin, è possibile, grazie alle sue fotografie in bianco e nero, seguire un itinerario alternativo a Venezia che parte da Piazza San Marco innevata o battuta dalla pioggia o invasa dall'acqua alta, solcata dalle passerelle, finché scatto dopo scatto l'occhio si addentra nelle calli, scruta gli accessi, entra nelle case visitandone gli interni e ritraendone i proprietari: dal paesaggio al ritratto, questo è il filo del reportage di Berengo Gardin.
Il film Pane e tulipani (2000) di Silvio Soldini racconta una Venezia insolita negli interni bassamente illuminati, delle pensioncine di infimo ordine, delle trattorie, degli appartamenti popolari di Santa Marta. Il tipo di intreccio del film è quello denominato "scomparso a Venezia", in cui un uomo (nella fattispecie una donna) esce dalla propria insoddisfacente routine, evadendo significativamente dal proprio ruolo sociale, durante un viaggio veneziano all'origine apparentemente casuale, in verità iniziatico e profondamente autorivelatorio.

lunedì 11 luglio 2011

Storia della cucina veneziana

Dopo il successo dei percorsi musicali, L'altra Venezia presenta un nuovo itinerario tematico: Storia della cucina veneziana.
Si tratta di un percorso a piedi per le calli di Venezia alla ricerca delle tracce della cultura gastronomica della città, la quale è, anch'essa, tutt'altro che scontata! Partendo dalle primissime ricette lagunari risalenti ai tempi in cui Venezia era solo una delle province di Bisanzio, passando per il tripudio delle spezie portate dai commerci con il Levante, attraverso una serie vertiginosa di contaminazioni straniere, si arriva fino alla cucina dei giorni nostri, o quantomeno di ciò che ne sopravvive.
Profumi esotici, ricette bizzarre e curiose abitudini a tavola, saranno narrate per scoprire anche questo lato affascinante della cultura veneziana, mai abbastanza disvelata, e che rischia di scomparire travolta dalla globalizzazione imperante delle pizzette e del cibo surgelato.
Durante il percorso sono previste delle tappe in alcuni bacari (tipici locali veneziani) nei quali sarà possibile degustare i celebri cicchetti (piccoli assaggi) accompagnati da un'ombra di vino.

Il tour dura circa tre ore e può essere abbinato ad una cena privata in una casa veneziana.

Per info e prenotazioni: info@laltravenezia.it

venerdì 25 marzo 2011

Buon compleanno Venezia!

Tra il III e il V secolo, l'Italia è teatro di feroci scorribande da parte di popolazioni barbariche provenienti da est e da nord. Iniziano così nel Veneto le migrazioni di genti verso la laguna, alla ricerca di rifugio.
La laguna era il luogo ideale dove riparare, in quanto l'acqua stessa risultava invalicabile alle orde degli invasori, i quali si muovevano per lo più a cavallo.
Proprio in quegli anni un'antica leggenda pone la nascita della città di Venezia: è il 25 marzo dell'anno 421. data della fondazione della chiesetta di San Giacomo costruita su di un'isola un poco più alta delle altre, e per questo chiamata rivus altus (da cui Rialto). Non a caso il 25 marzo corrisponde alla data dell'Annunciazione del Signore, infatti Venezia fu sempre particolarmente devota alla Vergine Maria.
Dunque oggi Venezia compie 1590 anni!

"Alberto Faletro e Tomaso Candiano, o Zeno Daulo, furono quelli sopredetta opera eletti, i quali insieme con tre principali gentiluomeni, andati a Riva Alta, l’anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all’hora il Cielo (come più volte si è calcolato dalli Astronomi) in singolare dispositione".

mercoledì 23 marzo 2011

Tour in barca per la Laguna di Venezia

L'offerta dei servizi de L'altra Venezia si arricchisce ancora: un nuovo itinerario in barca a vela alla scoperta delle isole della Laguna Nord di Venezia.
Il tour, creato in collaborazione con l'Associazione Navigador, viene effettuato su una tipica imbarcazione dell'alto Adriatico, il "bragozzo", mosso a vela o a motore.
Già dalla seconda metà del Cinquecento, il bragozzo veniva utilizzato come barca da pesca lagunare. Nel tempo divenne una vera e propria barca d'altura per la pesca in mare.
La proposta ha l'obiettivo di andare alla scoperta di alcune isole poco conosciute (anche perché non raggiungibili con i mezzi pubblici) e delle attività di pesca e viticoltura che ancora vi vengono svolte.

L'itinerario prevede:
- partenza da Venezia (Ponte Tre Archi, raggiungibile a piedi o con i vaporetti linee 51, 52, 41, 42) o dalla terraferma (Forte Marghera a Mestre, raggiungibile in auto)
- navigazione in laguna fino all'isola di Mazzorbo, dove è previsto un incontro con i pescatori locali
- sbarco e visita alla chiesa di S. Caterina e alla cantina Venissa
- passeggiata a piedi fino a Burano dove ci si imbarca nuovamente con destinazione Isola di San Francesco del Deserto
- pranzo a bordo con prodotti tipici veneti
- nel pomeriggio visita del convento francescano
- imbarco e navigazione costeggiando l'isola di Sant'Erasmo, ricca di orti che forniscono le primizie poi vendute al mercato di Rialto
- sbarco e visita guidata all'isola del Lazzaretto Nuovo (area archeologica)
- imbarco e ritorno al punto di partenza nel tardo pomeriggio

Il tour viene effettuato per un minimo di 6 persone.
Periodo: da maggio ad ottobre.

Per maggiori informazioni: info@laltravenezia.it
o scheda tecnica: http://issuu.com/walterfano/docs/laguna_nord_laltravenezia

venerdì 28 gennaio 2011

L'altra Venezia: percorsi musicali

Il servizio de L'altra Venezia si arricchisce ancora e presenta: Storia della Musica a Venezia.
Si tratta di due percorsi musicali che raccontano la storia della musica a Venezia dal XVI al XX secolo. Le tracce dei teatri barocchi e degli ospedali musicali sono ancora poco conosciute, ecco quindi l'idea di realizzare degli itinerari specifici alla scoperta della faccia complementare alla pittura veneziana. Sì perché i viaggiatori europei che nel XVIII secolo giungono a Venezia scrivono resoconti dai quali traspare una città permeata e avvolta nella musica, quasi senza che si possano distinguere i suoni naturali dell'acqua che scorre nei canali e delle grida dei gabbiani, da quelli suonati dagli strumenti nelle chiese, nei palazzi e negli angoli delle strade.
Ai progenitori della musica veneziana si aggiungono nel tempo i grandi compositori stranieri che qui vengono a cercare ispirazione, e a volte anche a restarci, imprigionati dalla magia ammaliatrice della sua atmosfera sonora. Così, da crocevia delle merci, Venezia diventa una meta irrinunciabile per chiunque nutra passione e interesse per la musica, sia questa sacra o popolare.

Vedi anche scheda: Itinerario sulla Storia della Musica a Venezia

venerdì 2 luglio 2010

Visitare Venezia in barca

La mia attività a Venezia si è arricchita di un nuovo servizio:
Percorsi in barca

Si tratta di due (per adesso) percorsi in barche a remi, su imbarcazioni tipiche della laguna veneta, con uno o due vogatori ed un accompagnatore (che sarei io), grazie ai quali è possibile ammirare Venezia dai suoi rii e rivivere al contempo l'antica consuetudine veneziana di muoversi via acqua.

Per maggiori info:
http://www.laltravenezia.it/percorsi-in-barca.php

E' una possibilità quasi unica dato che l'alternativa ad oggi è data solo dalle costosissime gondole. Con in più, rispetto a queste ultime, la possibilità di avere un profondo conoscitore della città che spiega cosa si sta vedendo (con la stessa logica dei miei già avviati percorsi a piedi).

Non da ultimo il fine di far rivivere, usandole, delle tipiche barche a remi che altrimenti resterebbero abbandonate, soppiantate dalle inquinanti e rumorose barche a motore.

Una magia, quella di Venezia via acqua, che meritava tutto l'impegno che abbiamo profuso al fine di proporre questo nuovo servizio.

mercoledì 24 marzo 2010

E’ ancora possibile “scoprire” Venezia?

Forse è la città più fotografata al mondo, innumerevoli i libri a lei dedicati, per non parlare dei set cinematografici che ancora oggi ne utilizzano le meravigliose, e uniche al mondo, quinte scenografiche, ma quante persone possono dire di averla "vista" veramente?
Al di là degli sterotipi, fuori dai luoghi comuni e dai soliti percorsi, oltre a Piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri e il Ponte di Rialto, cosa si conosce davvero di questa città anfibia? Poco, davvero poco.
Perché anche chi si avventura fuori dagli itinerari battuti dal turismo di massa, non sa dove andare né cosa cercare, e quando lo sa, si perde inghiottito dal labirinto apparentemente senza senso delle sue calli.
E anche quando riesce a scovare un tesoro nascosto o un suggestivo campiello, le pietre lo guardano mute, seppur trasudanti di storie, di fiabe e di leggende, giacché non c'è chi può tradurre per loro quella poesia solidificatasi nei secoli.
Almeno fino a ieri. Perché da oggi un uomo innamorato di questa città ha deciso di condividere la sua profonda conoscenza di Venezia, della sua storia, delle sue leggende e delle sue fiabe, creando un servizio di visita davvero diverso dal solito.
Lontano dal fiume dei turisti, che frenati dalla paura di perdersi percorrono sempre i soliti tragitti, questo codega (così si fa chiamare e presto spiegheremo il perché) accompagna le persone curiose di scoprire l'anima nascosta, gli aneddoti legati alla vita quotidiana passata e presente, i segreti e le magie di questa città millenaria.
In passato, prima dell'illuminazione pubblica, la città era molto buia di notte; nacque così una nuova professione: delle persone sostavano per le vie munite di lanterna a mano e, dietro ricompensa, accompagnavano i passanti verso la loro destinazione. Erano i còdega.
Ispirandosi e riallacciandosi quindi a questa figura storica, arricchendo le passeggiate di spiegazioni, aneddoti e racconti, e fornendo, perché no, preziosi consigli culinari, oggi è possibile finalmente scoprire una Venezia diversa, o come il nostro codega moderno l'ha voluta chiamare: "L'altra Venezia", quella che non trovate sulle guide turistiche.

Per informazioni e prenotazioni: info@laltravenezia.it

martedì 23 marzo 2010

Mostre, Venezia rende omaggio alla pittura di Felice Carena

Capolavori esemplari, opere inedite o raramente presentate, lavori ritrovati ed esposti per la prima volta. È la grande mostra che Venezia dedica a Felice Carena (1879-1966), l’artista di origini piemontesi, protagonista del Novecento italiano, che scelse la Serenissima per trascorrere gli ultimi e fecondi anni della sua carriera. Promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, la mostra “Felice Carena e gli anni di Venezia” resterà allestita dal 27 marzo al 18 luglio a Palazzo Franchetti. A distanza di quindici anni dalla rassegna svoltasi a Torino nel 1996, l’esposizione è la prima importante occasione per riscoprire e rivalutare Carena.

Fonte: Il Velino

lunedì 22 marzo 2010

Aprile, dolce viaggiare per sei milioni di italiani

Pasqua è alle porte, un primo, importantissimo test per capire che turismo sarà, in questo 2010 che dovrebbe, potrebbe, essere l'inizio della fine della crisi. Anche nel turismo Secondo le stime dell'Istituto nazionale delle ricerche turistiche (Isnart), saranno oltre 6 milioni, uno su dieci, gli italiani a partire per un viaggio in aprile e, complice la povertà di ponti, il 30 per cento dei partenti si muoverà negli immediati dintorni di Pasqua.

Le mete più richieste in Italia sono le città d'arte, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio Amadeus e da Google Italy. In particolare, spiccano Roma e Venezia. La Capitale è al primo posto nella classifica delle destinazioni scelte dagli italiani per le vacanze pasquali anche secondo il network on line Trivago. Nonostante meta preferita dagli autoctoni, la capitale perderà il mercato tedesco e spagnolo, indirizzati soprattutto sulle mete nazionali; sarà tuttavia la seconda destinazione preferita dai francesi dopo Parigi, e la quarta per i polacchi. Difficilmente, però, città come Roma, Venezia o Firenze registreranno i "tutto esaurito" cui si erano abituate fino a poco tempo fa. Complice la crisi, la tendenza è quella di accorciare gli spostamenti e di decidere all'ultimo istante, dando la caccia ai "last minute". In sintesi, in Italia, tra gli italiani, riscuotono più successo le città d'arte in generale con Roma e Venezia in primis e poi Liguria, Toscana, Sicilia, Sardegna e Campania. Tra le grandi città europee svettano Parigi, Londra, Barcellona, Praga, Budapest e Amsterdam. Per quanto riguarda le mete estere sul corto-medio raggio, l'Egitto continua a spadroneggiare, come gli Stati Uniti dominano la scena sulla lunga distanza.

Fonte:  La Repubblica

venerdì 19 marzo 2010

Telebooking per la Basilica di San Marco

Con l'avvio della stagione turistica, dopo un paio d'anni di sperimentazioni, entra in funzione il nuovo servizio di prenotazione online delle visite nella Basilica di San Marco di Venezia. Tale servizio permetterà, a chi lo vorrà, di programmare nel dettaglio l'orario della visita alla cattedrale veneziana e di evitare così le lunghe code in piazza. Il sistema si chiama ''InsideTelebooking'' e favorirà, oltre ad una migliore cura ed attenzione nei riguardi del visitatore, anche un maggior ordine e controllo rispetto alle modalità precedentemente utilizzate.
E' stato elaborato dalla Insidecom di Padova (gruppo Infracom) d'intesa con la Procuratoria di S. Marco che gestisce e cura la cattedrale marciana. Si tratta, Puntualizza il Patriarcato di Venezia, di un servizio che si affianca (senza sostituirla) alla normale possibilità di visitare la Basilica sprovvisti di prenotazione ed utilizzando il consueto accesso dalla porta principale che dà su Piazza S. Marco.
Il telebooking sarà disponibile per gli operatori turistici dal 22 marzo prossimo mentre per i visitatori ''singoli'' dal primo di aprile e sarà attivo da aprile ad ottobre di ogni anno, nel periodo cioè più frequentato dai visitatori italiani e stranieri. Le prenotazioni potranno essere effettuate andando sul sito www.venetoinside.com o entrando nel settore ''programmare la visita'' del sito istituzionale www.basilicasanmarco.it
.

giovedì 18 marzo 2010

Sebastiano Ricci e il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano

Nell’ambito delle celebrazioni per i 350 anni dalla nascita del pittore veneto Regione Veneto e Fondazione Giorgio Cini promuovono un’importante mostra a Venezia nell'isola di San Giorgio Maggiore, dal 24 aprile all'11 luglio 2010: Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano. Questa iniziativa, promossa e organizzata da Fondazione Giorgio Cini e Regione del Veneto, si propone di celebrare la figura, l’ingegno e l’opera di Sebastiano Ricci, a 350 anni della nascita del pittore bellunese, che fu geniale precursore del Rococò in Italia e nei più importanti centri europei, da Vienna a Londra, contribuendo a diffondere l’arte e la cultura veneta nel mondo.

L’esposizione, curata dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, diretto dal prof. Giuseppe Pavanello, riunirà un insieme di ‘bozzetti’ (dipinti, sculture, disegni) in grado di rappresentare un aspetto originale del genio multiforme e spettacolare di Sebastiano Ricci, alla base di quella rivoluzione formale, tecnica, stilistica, di gusto e di visione, legata alle novità del Rococò.
Ricci, oltre che grande maestro, fu infatti un innovatore dell’arte del bozzetto poiché ne rivalutò l’importanza e il valore di ‘originale’ rispetto all’opera finita che ne deriva.
In mostra non mancheranno i confronti con i bozzetti di altri importanti artisti della scuola veneziana del primo Settecento, quali Antonio Pellegrini, il giovane Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Giambattista Pittoni, Antonio Molinari, Giambattista Piazzetta.

Attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla grafica di Sebastiano Ricci, in particolare ai disegni custoditi presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Saranno, inoltre, esposti anche alcuni bozzetti in terracotta provenienti dal “fondo di bottega” di Giovanni Maria Morlaiter, oggi custoditi presso il Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico.

Fonte: Il Velino

mercoledì 17 marzo 2010

La pubblicità salva i palazzi

VENEZIA — Longhena come non si era mai visto, vale a dire a un palmo dal naso. L’occasione è ghiotta: a restauro appena ultimato della facciata barocca di Ca’ Rezzonico, putti paffuti e dettagli giocosi delle decorazioni lapidee saranno alla portata di veneziani e turisti per un mese e mezzo, a partire da dopo Pasqua, grazie alle impalcature che rimarranno montate. Il restauro della facciata, presentato ieri mattina, completa così il restyling del Museo del ‘700 grazie al finanziamento di «Fashion Box-Replay ». E questa volta non si è trattato del «solito» sponsor bensì di un esperimento che ha portato in bella mostra sul Canal Grande le riproduzioni di opere d’arte contemporanea ospitate, in orginale, all’interno del museo. «Questo è il futuro - ha detto il sindaco Massimo Cacciari.

Fonte: Corriere del Veneto