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venerdì 13 luglio 2012

I Gabrieli musicisti veneziani

Vengono chiamati semplicemente i Gabrieli. Si tratta invero dello zio Andrea, organista della cappella di San Marco dal 1564 fino alla sua morte nel 1586, quando gli successe Giovanni, suo nipote e allievo. Quest'ultimo in particolare evolve la tradizione di Willaert (predecessore dello zio) verso uno stile più moderno che lascia spazio all'improvvisazione personale dei musicisti e dei cantori. I Gabrieli avranno un successo clamoroso in Germania dove esercitano una profonda influenza sui musicisti a venire.
Nel 1585 a Vicenza viene inaugurato il celebre Teatro Olimpico, opera di Palladio, con l'esecuzione di Edipo tiranno scritto a quattro mani da Andrea e Giovanni Gabrieli.
Giovanni era nato nel 1554 e a soli trent'anni fu nominato organista di San Marco e poco dopo anche della Scuola Grande di San Rocco. Frequentò molte corti straniere: soggiornò quattro anni presso la corte di Baviera, poi presso quella dell'Arciduca Ferdinando, dei Gonzaga a Mantova e degli Estensi a Ferrara.
Morì il 12 agosto 1612 e venne sepolto nella Chiesa di Santo Stefano davanti al primo altare a sinistra. Resterà una figura chiave nella storia della musica di Venezia.
Ascoltando il Magnificat di Giovanni Gabrieli (33 voci, 7 organi e 12 strumenti a fiato) sembra quasi di vedere le navi della Serenissima durante la battaglia di Lepanto, le vele delle galere che schioccano nel vento, le carene delle navi che si urtano e le sciabole che fendono teste.

venerdì 3 febbraio 2012

Nuovo itinerario teatrale de L'altra Venezia

L'altra Venezia è lieta di annunciare l'inserimento di una nuova proposta di visita: Itinerario teatrale sulle cortigiane e il libertinaggio a Venezia.
L'itinerario proposto è una passeggiata tra calli e campi alla ricerca di quei luoghi che raccontano la storia delle cortigiane e del libertinaggio a Venezia.
Partendo dal Trecento fino alla caduta della Repubblica nel 1797 si scopriranno usi, leggi e curiosità legate a questo aspetto che, tra gli altri, ha contribuito a rendere celebre la Serenissima.
Verranno narrati fatti realmente accaduti e aneddoti di personaggi più o meno conosciuti che, tra conventi e palazzi nobiliari, hanno fatto la storia del libertinaggio a Venezia.
La narrazione si alternerà agli interventi di due attrici professioniste che reciteranno scene ispirate ai fatti descritti. Una sorta di teatro per strada (o meglio per “calle”) che renderà viva e vivace la narrazione appena ascoltata, con la verve e l'umorismo caratteristici della migliore commedia veneziana.
Per rendere al meglio l'atmosfera dell'argomento ed apprezzare le parti recitate, l'itinerario si svolge tipicamente di sera, in una Venezia avvolta dalla magia e dal mistero delle sue notti.

L'itinerario viene svolto per un massimo di 20 persone, a date prestabilite, ma è possibile anche, previa richiesta con sufficiente anticipo, organizzarlo a richiesta.
La durata è di circa due ore.

Per informazioni e prenotazioni: iinfo@laltravenezia.it

lunedì 12 dicembre 2011

Musica a Venezia

Proviamo ad immaginare la sorpresa degli stranieri che arrivano a Venezia per la prima volta e scoprono che all'ora della messa e dei vespri le chiese risuonano di una musica travolgente di virtuosità, eseguita da ensemble formati unicamente da fanciulle, le quali non solo cantano come angeli, ma suonano anche il violino, il clavicembalo, il corno e il contrabbasso! Chiese piene di una folla di appassionati che hanno acquistato il loro posto nel tempio sacro, esattamente come fanno per l'opera durante la settimana.
La fama di queste fanciulle giunge in tutta Europa: Parigi, Londra, Berlino, Vienna, San Pietroburgo... Jean-Jacques Rousseau scrive che spesso tra il pubblico c'erano anche attori e cantanti di fama internazionale..
Queste misteriose giovani che vivono in una sorta di clausura, e il cui talento uguaglia quello delle dive più adulate delle scene dell'opera, sono in realtà orfane soccorse per strada al fine di evitar loro una vita tristemente destinata alla prostituzione, e alle quali, in seno agli Ospedali (a Venezia gli Ospedali erano anche ospizi e orfanotrofi) che le accolgono, viene insegnata musica e canto.
Contribuisce senz'altro al successo di queste fanciulle, il fatto che cantino sempre nascoste dietro alle grate dei barchi e delle tribune, alimentando quindi un senso di mistero e di fantasia sulla loro ipotetica bellezza pari solo alla loro bravura.
In ogni caso le cappelle musicali femminili degli Ospedali rappresentano molto più di una semplice curiosità, esse sono infatti per la Serenissima un vero e proprio simbolo, un simbolo mistico e politico, legato in modo indissolubile alla storia della città. I loro canti sono l'allegoria stessa di Venezia-Venere, della Venere uscita dalle acque che in Venezia si identifica con la Vergine Maria (non a caso la data leggendaria della fondazione della città viene fatta risalire al 25 marzo, giorno dell'Annunciazione). Era quindi con grande orgoglio che il governo veneziano invitava principi, imperatori e ambasciatori ad ascoltare i concerti di queste speciali fanciulle.
Pochissimi i fortunati ch'ebbero l'occasione di conoscerle personalmente, tra questi ricordiamo J.J. Rousseau che ebbe il privilegio di poter entrare presso l'Ospedale dei Mendicanti e conoscere le ragazze del coro... ma ne rimase un poco deluso:
"Entrando nel salotto che conteneva quelle divine beltà tanto desiderate, provai un fremito d'amore. Il signor Le Blond mi presentò, una dopo l'altra le celebri cantanti, di cui voce e nome era quanto mi era noto: "Venite Sofia"... era orribile,  "Venite Caterina" ... era guercia, "Venite Bettina"... il vaiolo l'aveva sfigurata.... Quasi nessuna era immune da una qualche notevole imperfezione. Quell'uomo rideva della mia crudele delusione. Pure, due o tre, mi parvero discrete. Ero sconfortato. Durante la merenda, le stuzzicammo, e esse si misero in allegria. La bruttezza non esclude la grazia, ne scoprii. Mi dicevo: "Non si canta così senz'anima, esse ne hanno". Alla fine il mio modo di vederle mutò a tal punto che uscii quasi innamorato di quei mostriciattoli" (J.J. Rousseau, "Confessioni").

Oggi in città esistono ancora delle tracce di questo passato musicale e grazie ai percorsi musicali de L'altra Venezia è possibile ripercorrerne la storia.


 

lunedì 11 luglio 2011

Storia della cucina veneziana

Dopo il successo dei percorsi musicali, L'altra Venezia presenta un nuovo itinerario tematico: Storia della cucina veneziana.
Si tratta di un percorso a piedi per le calli di Venezia alla ricerca delle tracce della cultura gastronomica della città, la quale è, anch'essa, tutt'altro che scontata! Partendo dalle primissime ricette lagunari risalenti ai tempi in cui Venezia era solo una delle province di Bisanzio, passando per il tripudio delle spezie portate dai commerci con il Levante, attraverso una serie vertiginosa di contaminazioni straniere, si arriva fino alla cucina dei giorni nostri, o quantomeno di ciò che ne sopravvive.
Profumi esotici, ricette bizzarre e curiose abitudini a tavola, saranno narrate per scoprire anche questo lato affascinante della cultura veneziana, mai abbastanza disvelata, e che rischia di scomparire travolta dalla globalizzazione imperante delle pizzette e del cibo surgelato.
Durante il percorso sono previste delle tappe in alcuni bacari (tipici locali veneziani) nei quali sarà possibile degustare i celebri cicchetti (piccoli assaggi) accompagnati da un'ombra di vino.

Il tour dura circa tre ore e può essere abbinato ad una cena privata in una casa veneziana.

Per info e prenotazioni: info@laltravenezia.it

mercoledì 23 marzo 2011

Tour in barca per la Laguna di Venezia

L'offerta dei servizi de L'altra Venezia si arricchisce ancora: un nuovo itinerario in barca a vela alla scoperta delle isole della Laguna Nord di Venezia.
Il tour, creato in collaborazione con l'Associazione Navigador, viene effettuato su una tipica imbarcazione dell'alto Adriatico, il "bragozzo", mosso a vela o a motore.
Già dalla seconda metà del Cinquecento, il bragozzo veniva utilizzato come barca da pesca lagunare. Nel tempo divenne una vera e propria barca d'altura per la pesca in mare.
La proposta ha l'obiettivo di andare alla scoperta di alcune isole poco conosciute (anche perché non raggiungibili con i mezzi pubblici) e delle attività di pesca e viticoltura che ancora vi vengono svolte.

L'itinerario prevede:
- partenza da Venezia (Ponte Tre Archi, raggiungibile a piedi o con i vaporetti linee 51, 52, 41, 42) o dalla terraferma (Forte Marghera a Mestre, raggiungibile in auto)
- navigazione in laguna fino all'isola di Mazzorbo, dove è previsto un incontro con i pescatori locali
- sbarco e visita alla chiesa di S. Caterina e alla cantina Venissa
- passeggiata a piedi fino a Burano dove ci si imbarca nuovamente con destinazione Isola di San Francesco del Deserto
- pranzo a bordo con prodotti tipici veneti
- nel pomeriggio visita del convento francescano
- imbarco e navigazione costeggiando l'isola di Sant'Erasmo, ricca di orti che forniscono le primizie poi vendute al mercato di Rialto
- sbarco e visita guidata all'isola del Lazzaretto Nuovo (area archeologica)
- imbarco e ritorno al punto di partenza nel tardo pomeriggio

Il tour viene effettuato per un minimo di 6 persone.
Periodo: da maggio ad ottobre.

Per maggiori informazioni: info@laltravenezia.it
o scheda tecnica: http://issuu.com/walterfano/docs/laguna_nord_laltravenezia

mercoledì 24 marzo 2010

E’ ancora possibile “scoprire” Venezia?

Forse è la città più fotografata al mondo, innumerevoli i libri a lei dedicati, per non parlare dei set cinematografici che ancora oggi ne utilizzano le meravigliose, e uniche al mondo, quinte scenografiche, ma quante persone possono dire di averla "vista" veramente?
Al di là degli sterotipi, fuori dai luoghi comuni e dai soliti percorsi, oltre a Piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri e il Ponte di Rialto, cosa si conosce davvero di questa città anfibia? Poco, davvero poco.
Perché anche chi si avventura fuori dagli itinerari battuti dal turismo di massa, non sa dove andare né cosa cercare, e quando lo sa, si perde inghiottito dal labirinto apparentemente senza senso delle sue calli.
E anche quando riesce a scovare un tesoro nascosto o un suggestivo campiello, le pietre lo guardano mute, seppur trasudanti di storie, di fiabe e di leggende, giacché non c'è chi può tradurre per loro quella poesia solidificatasi nei secoli.
Almeno fino a ieri. Perché da oggi un uomo innamorato di questa città ha deciso di condividere la sua profonda conoscenza di Venezia, della sua storia, delle sue leggende e delle sue fiabe, creando un servizio di visita davvero diverso dal solito.
Lontano dal fiume dei turisti, che frenati dalla paura di perdersi percorrono sempre i soliti tragitti, questo codega (così si fa chiamare e presto spiegheremo il perché) accompagna le persone curiose di scoprire l'anima nascosta, gli aneddoti legati alla vita quotidiana passata e presente, i segreti e le magie di questa città millenaria.
In passato, prima dell'illuminazione pubblica, la città era molto buia di notte; nacque così una nuova professione: delle persone sostavano per le vie munite di lanterna a mano e, dietro ricompensa, accompagnavano i passanti verso la loro destinazione. Erano i còdega.
Ispirandosi e riallacciandosi quindi a questa figura storica, arricchendo le passeggiate di spiegazioni, aneddoti e racconti, e fornendo, perché no, preziosi consigli culinari, oggi è possibile finalmente scoprire una Venezia diversa, o come il nostro codega moderno l'ha voluta chiamare: "L'altra Venezia", quella che non trovate sulle guide turistiche.

Per informazioni e prenotazioni: info@laltravenezia.it