A Venezia verso il 1536 in
un circolo privato si rappresenta una commedia intitolata La
Venexiana, che non vuol dire “la donna di Venezia” (i
personaggi principali sono due donne veneziane), bensì “la commedia
ambientata a Venezia” (come La
Cortigiana di Pietro Aretino non vuol dire “la meretrice
d'alto bordo” o “la donna di palazzo”, bensì “la commedia
ambientata a corte”).
Non si sa chi sia l'autore
(o l'autrice).
E' certo che è stata
scritta espressamente per la rappresentazione teatrale.
Viene rappresentata una
volta sola, per un pubblico esclusivamente maschile.
Gli attori sono tutti
uomini.
Due donne, Anzola (Angela)
e Valiera (Valeria) si contendono l'amore di un giovane soldato di
ventura lombardo, Giulio, venuto a Venezia a cercar fortuna. Anzola è
vedova da poco. Valiera, più giovane, è sposata ad un vecchio.
Entrambe hanno una serva. Parlano tutte in veneziano, Giulio parla un
italiano lezioso. Un facchino parla bergamasco.
Le due donne stanno in due
case vicine a quello che ancora oggi si chiama campo San Barnaba. Ci
sono altre precisazioni topografiche: San Marco, Rialto, calle di
Gallipoli che dà sul campo dei Frari.
Si è potuto precisare che
le due donne sono di due rami della famiglia Valier. Anzola è vedova
di un Marco Barbarigo, capo del Consiglio dei Dieci, Valiera ha
sposato un Giacomo Semitecolo, “Avogador di Comun”
(all'Avvocatura di Stato competono tra l'altro i delitti d'onore e
gli adulteri). Valiera ha una sorella, Laura, sposata ad un
Berbarigo, cognata quindi di Anzola.
Queste minuzie
contribuiscono al colore locale e ci aiutano a capire che la commedia
ha un tono diffamatorio, piccatamente libellistico, nel gusto di
Pietro Aretino (che è arrivato a Venezia nel 1527, e in questo
anno 1536 è ben vivo – morirà qui nel 1556).
La sensualità delle due
donne, che dà nel torbido, è a metà strada tra l'eleganza di
Leonardo Giustinian e gli eccessi di Maffio Venier.
E' facile dire che La
Veneixiana è la più bella commedia d'area veneta del
Cinquecento. I confronti con le commedie di Pietro Aretino e di
Angelo Beolco sono appropriati. Si può anche dire che La Veneixiana
è la più bella commedia italiana del Cinquecento, ma prima di far
graduatorie su scale di merito è opportuno sentire su scala
geografica la lontananza delle aree in cui nascono le commedie
ferraresi di Ludovico Ariosto e le commedie fiorentine di Niccolò
Macchiavelli.
La Veneixiana, dopo
la sua prima e unica rappresentazione cinquecentesca, viene poi
dimenticata, e riscoperta e pubblicata solo nel 1928.
Gli studi hanno fatto
notevoli progressi negli ultimi decenni, eppure, o forse proprio per
questo, si resta col sospetto che nell'area veneziana ci sia ancora
da scavare e da scoprire, e che sia opportuno vederla come un'area
lontana da altre, più ricca di altre, da considerare in una
prospettiva di maggior autonomia letteraria.