L'edificio d'angolo con le Mercerie San Zulian, un tempo ospitava il Caffè di Menegazzo. Il locale era così chiamato per l'aspetto fisico del suo proprietario, Menico, uomo tarchiato e corpulento ma simpatico e ospitale. Questo luogo di ritrovo fu particolarmente famoso nel Settecento perché frequentato da noti personaggi della vita veneziana: Daniele Farsetti, Carlo Goldoni, Giacomo Casanova e L'Abate Chiari.
Nelle sale di questo caffè venne fondata l'Accademia dei Granelleschi. L'origine dell'Accademia fu piuttosto originale. Daniele Farsetti ed altri amici avevano ascoltato nel convento di S. Domenico un ridicolo sermone in onore di S.Vincenzo Ferreri, recitato da un prete, Giuseppe Sacchellari, considerato da loro non troppo sveglio né intelligente. La compagnia di amici, per burla, invitò il sacerdote a far parte dell'Accademia che essi stavano fondando e gli proposero di diventarne massimo esponente col titolo di "Arcigranellone"! Ma al di là dello scherzo nei confronti del povero parroco, Farsetti e i suoi amici decisero comunque di fondare l'Accademia in questione, che fu detta dei Granelleschi in ricordo del falso titolo di Sacchellari. Si scelse pertanto come insegna un gufo che con una zampa sollevava dei granelli.
Dell'Accademia fecero parte anche i fratelli Carlo e Gasparo Gozzi.
Narra il Molmenti che l'Accademia "aveva sotto la celia il nobile intento di guarire l'enfasi oratoria che guastava l'arte e il pensiero, e di opporsi al crescente imbarbarimento della lingua, sebbene con affettata imitazione degli antichi scrittori toscani fosse ben lontana dal conseguirne l'intento".
La bottega di Menegazzo continuò la sua attività anche nell'Ottocento, ma priva ormai della sua funzione di caffè letterario; cambio infine nome in "Trovatore", come ci ricorda il Cicogna nei suoi "Diarii" in data 21 luglio 1861.
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