Ho fantasticato molto
leggendo il libro “Venezia è una regata”. Ho fantasticato in
lungo e in largo nello spazio: ho immaginato di tracciare dentro e
intorno a Venezia, tutti i percorsi delle innumerevoli regate, e li
ho immaginati simultaneamente, decine e decine di linee in movimento,
tracciati, flussi, come una specie di circolazione sanguigna che
solca l'organismo in cui la città è immersa, irrorando e
ossigenando la sua vita.
Le regate sono simboli
attivi, una pratica necessaria tanto quanto la manutenzione urbana,
il restauro degli edifici, lo scavo del fondale fangoso dei rii. Le
regate svolgono un compito di manutenzione della comunità, di tutte
le comunità sparse fra il centro e le isole della laguna.
L'esperienza della voga veneta non ha molti eguali. E' difficile da confrontare con qualcos'altro.
Apparentemente si potrebbe paragonare alla bicicletta, in fin dei
conti, anche in quel caso il pilota è allo stesso tempo il carico e
il motore del mezzo di trasporto. Ma in barca, vogando alla veneta,
si sta in piedi, si avanza da fermi a forza di braccia. Le gambe non
camminano, non pedalano, Danno anche loro una spinta, sì, ma
puntellandosi senza fare un passo. Sono le braccia a far muovere
tutto, e in avanti, non all'indietro come nella voga all'inglese. Ci
si getta in avanti con le mani e le braccia, quasi abbozzando la fase
iniziale di un tuffo.
Vogando all'inglese, la
forza motrice corporea si ottiene raccogliendo le braccia al torace,
richiamandole a sé. Nella voga alla veneziana si fa il contrario, si
allontanano le braccia, via, con tutta la forza. E' un doppio pugno
sferrato al mondo che ottiene l'effetto di attraversarlo scorrendoci
sopra.
E' un gesto fossile, che
viene da epoche lontane, ma che è ancora vivo e in buona salute.
Una necessità quotidiana
che trovava e continua a trovare nella regata la sua festa, la sua
forma assoluta, il suo fasto svincolato da scopi pratici ancora in
vigore, come traghettare passeggeri da una riva all'altra del Canal
Grande o portare in giro i turisti.
(dalla prefazione di
Tiziano Scarpa – libro edito da San Marco Press Ltd e Supernova
edizioni srl)
Inoltre nel nostro tipo di voga ci si può aiutare anche col peso del corpo verso l'avanti. Ho fatto qualche regata in gioventù con la Bucintoro. I tuoi post sono veramente e sempre interessanti. Ciao Walter, scusa la lunga assenza (operazione in endoscopia al cuore). Buona serata.
RispondiEliminaCaspita! Spero tutto bene! Ma direi di sì, visto che mi stai scrivendo ;)
RispondiEliminaBuon tutto!
Tutto va bene. Ho ripreso il nuoto, ma per la bici e la marcia devo aspettare, su consiglio del cardiologo, la fine di questa calura che ci sta opprimendo. Grazie per l'augurio ed altrettanto a te.
EliminaOro ;)
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