Il 12 maggio 1797 Napoleone occupa Venezia. E' la prima volta nella sua lunga storia che la città cade in mani nemiche e subisce un saccheggio di proporzioni colossali, si parla del 70-80% dei suoi beni artistici razziato. Su un tesoro però i nuovi padroni non riescono a mettere le mani: l'oro della Zecca di Stato. Forse per questo hanno poi utilizzato la Zecca per fondere l'ingente patrimonio delle reliquie, per lo più bizantine, in possesso di chiese e monasteri veneziani soppressi.
Tre senatori, d'altrettante nobili famiglie, sovrintendevano al funzionamento del cuore monetario della Repubblica e questi, probabilmente prima della capitolazione ai francesi, devono aver pensato di mettere tali sostanze al sicuro, dove i nuovi occupanti non andassero a frugare. Tra le varie ipotesi sul nascondiglio del tesoro, una si incentra sull'isola della Certosa, una delle più belle e curate della laguna a quel tempo, che godeva dell'attenzione delle più eminenti famiglie le quali l'avevano eletta a loro Pantheon. Pare quindi che il Savio Cassier con i suoi collaboratori possedessero qui, nel chiostro piccolo, dei loculi e proprio di questi si siano serviti per occultare il tesoro.
Chissà poi che strade avrà preso il gruzzolo nascosto di cui non si fa più cenno in alcun documento. Forse i nobiluomini disperando in un ritorno della Serenissima all'antica gloria, se lo sono spartito fra loro o forse la fortuna giace ancora sepolta da qualche parte sull'isola...
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Almeno su quel tesoro Napoleone non ha potuto metterci le mani. I pochi anni di dominazione napoleonica hanno provocato più danni a Venezia che quelli fatti dal tempo durante tutto il corso più che millenario della storia della Serenissima.
RispondiEliminaè vero, ma ai suoi danni bisogna anche aggiungere quelli della dominazione austriaca (pochi in effetti in relazione a quelli di Napoleone, ma non trascurabili), e non da meno quelli generati dal turismo di massa degli ultimi decenni...
RispondiEliminaLa teoria della spartizione è quella che più mi convince!
RispondiEliminaSergio, sono d'accordo con te, per quanto affascinante possa essere l'ipotesi che il tesoro sia ancora essere sepolto da qualche parte, dubito che i tre senatori abbiano resistito alla tentazione di dividersi gli schei ;-)
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