giovedì 9 dicembre 2010

Lazzaretti

L'ubicazione particolare di Venezia, soglia d'Oriente per i commerci e luogo di transito per i pellegrinaggi in Terrasanta, pose presto il problema di arginare ricorrenti pestilenze portate dalle navi che qui si fermavano.
Dal più antico ricordo di contagio di peste del 954 se ne contarono successivamente ben 62.
Alla metà del Trecento, la Repubblica decide di eleggere tre Savi incaricati di occuparsi di questo problema. Si arrivò così al decreto del Senato del 28 agosto 1423 col quale si stabiliva l'utilizzo dell'Isola di Santa Maria di Nazareth (di fronte al Lido) come luogo di ricovero dei malati. Nacque così il primo lazzaretto del mondo: da "Nazareth" infatti viene, attraverso alcune modificazioni, la parola "Lazzareto".
Si era capito che  bisognava provvedere all'isolamento e alla quarantena per circoscrivere in qualche modo il morbo e salvare il salvabile. Non si poteva certo impedire la circolazione delle persone e delle merci (sarebbe stato il collasso dell'economia), ma almeno cautelarsi isolando le persone che giungevano da paesi a rischio e tenerle in osservazione per minimo 40 giorni (da cui la parola "quarantena").
Si pensò inoltre di lasciare in quarantena non solo le persone ma anche le merci e gli animali, i quali dovevano essere lasciati esposti all'aria e disinfettati con fumi speciali.
L'isola si rivelò presto troppo piccola, pertanto si decretò l'acquisizione dell'isola di "Vinea Murata", di fronte a Sant'Erasmo, come Lazzaretto Nuovo.
Durante la peste del 1575, nel Lazzaretto Nuovo trovarono ricovero circa 10.000 persone, e attorno all'isola, ormeggiarono vascelli e altri natanti per dar rifugio ad altre migliaia di sventurati. Dice il Sansovino che erano presenti: "non meno di 3000 legni, grandi e piccoli, i quali avevano sembianza d'armata che assediasse una città di mare".


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(Fonte: Fuga e Vianello)

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