venerdì 8 aprile 2011

Gli Esecutori contro la bestemmia

Sul muro retrostante la Chiesa di San Giacomo dall'Orio vi è una lapide, datata 12 agosto 1616, dove si proibiscono i giochi nelle vicinanze della chiesa, firmata dagli Esecutori contro la bestemmia.
I veneziani fin dalla seconda metà del Duecento, punivano severamente i bestemmiatori. Lorenzo Priuli, nei suoi "Diarii", agli inizi del Cinquecento, ricorda che a Venezia "due cose erano molto difficili da disfare: la bestemmia ed i vestimenti alla francese". Lo stesso Marin Sanudo racconta che il 5 maggio 1519, tre persone che bestemmiarono nell'osteria del Bo a Rialto furono condannate al taglio della lingua.
Fu così che nel 1537 fu istituita una specifica magistratura: gli Esecutori contro la bestemmia. Erano in numero di tre e venivano eletti dal Consiglio dei Dieci. Già nell'aprile del 1539 il Consiglio affidò agli Esecutori anche la punizione di reati relativi al gioco, agli scandali e alla tutela della moralità e del decoro.
Tra il 1586 e il 1627 si ebbero ben 250 denunzie! E i processi erano un centinaio l'anno.
L'importanza di questa magistratura è sottolineata dal fatto che era l'unica che poteva accettare denunce anonime.
Per capire questo notevole sforzo contro la bestemmia bisogna rifarsi alla sensibilità religiosa del Cinquecento: sono anni segnati da guerre, carestie ed epidemie, si fa quindi pressante il bisogno di ingraziarsi il favore divino, eliminando tutto ciò che ne poteva provocare la vendetta.

4 commenti:

  1. Dati i tempi i reggitori di Venezia erano tolleranti. Magari su altre cose!

    RispondiElimina
  2. Vista la facilità di costumi e di linguaggio che si riscontra al giorno d'oggi sembra che non vi sia ricordo tra la gente delle punizioni di un tempo.

    RispondiElimina
  3. Oggi sarebbero necessari gli "esecutori sopra la maleducazione ed il cattivo gusto"!!!!

    RispondiElimina