domenica 9 ottobre 2011

Tiepolo Giambattista, ragazzo di Castello

Una targa nell'appartata calle che costeggia l'alberato Viale Garibaldi ricorda i natali di un figlio prediletto di Castello, che chiuse i suoi giorni nel 1770 presso la corte di Spagna, tra le dorature e gli stucchi del Palazzo Reale che, ormai ultrasettantenne, era stato chiamato ad affrescare.
La venezianità a tutto tondo di Tiepolo è attestata tuttavia da una presenza costante, paragonabile solo a quella di Tintoretto, presso le chiese della città.
Un percorso sulle tracce di Tiepolo a Venezia non può prescindere da questi luoghi:
- Chiesa degli Scalzi: ospitava un affresco sul tema della Casa di Loreto, perduto in seguito ad un bombardamento austriaco nel 1915; nella Cappella del Redentore si può invece ancora apprezzare la monocromia del Cristo nell'orto degli ulivi (1732); di un Tiepolo meno maturo sopravvive la volta della cappella dedicata a Santa Teresa d'Avila, che è rappresentata con gli occhi bassi, in preghiera, non in estasi dunque
- Chiesa di San Stae: Martirio di San Bartolomeo (1722), opera di formazione, sotto l'influenza del Piazzetta, chiaroscuro drammatico
- Chiesa di San Polo: Apparizione della Vergine a San Giovanni Nepomuceno (1754), martire boemo del Trecento, canonizzato nel 1729; la pala venne commissionata all'artista dal re di Polonia Augusto III che aveva donato alla chiesa le reliquie del santo
- Chiesa della Fava: Educazione della Vergine (1732)
- Basilica di San Marco, sacrestia: Adorazione del Bambino (1732), intima e calda come la precedente; la pala però viene esposta solo a Natale
- Chiesa della Pietà: affresco al centro della navata Incoronazione della Vergine e Celebrazione della Musica (1755) e le Virtù teologali e David
- Chiesa di San Francesco della Vigna: decorazione della Cappella Sagredo
- Chiesa di Santa Maria dei Derelitti (Ospedaletto): ciclo degli Apostoli e il Sacrificio di Isacco (1724), ancora un violento chiaroscuro alla maniera del Piazzetta
- Chiesa dei Santi Apostoli: Comunione di Santa Lucia, con in primo piano i macabri segni del martirio, in forte contrasto con la luminosità dell'ambiente e la bellezza della santa
- Chiesa di Sant'Alvise: Incoronazione, Flagellazione e Salita al Calvario (1740), caratterizzati da una religiosità tragica concentrata sulla Passione di Gesù, che strapperà alla Enciclopedia Cattolica un raro riconoscimento: "In queste tele il Tiepolo lascia ogni ricerca di bellezza formale per attingere unicamente al senso drammatico dell'epopea di Cristo"
- Chiesa dei Gesuati (che sarebbe più corretto però chiamare dei Domenicani): nella quale Tiepolo lavorò nel 1737 affrescandone il soffitto e l'abside.

3 commenti:

  1. Ah, come non cedere al fascino di Venezia! Io non mi stuferò mai di visitarla; quando sono a casa ogni occasione è buona per prendere il treno e concedermi una giornata tra le calli... I tentativi di intraprendere percorsi alternativi sono già stati diversi, ma per le prossime visite mi affiderò sicuramente ai consigli di questo blog!

    Sara

    RispondiElimina
  2. Ciao Walter. Ieri, quando ho aperto Google e ho visto il doodle con l'affresco ho detto subito "Tiepolo", così, d'istinto. E quando ho scoperto d'averci azzeccato ho sorriso e mi sono sentita quasi intelligente. Poi m'è passata subito, per fortuna… ;-) Ma l'arte dà anche di queste piccole soddisfazioni. Un saluto. Buon lavoro.

    RispondiElimina
  3. Ciao Cristina, dai smettila di fare la modesta ;)
    Buona giornata a te!

    RispondiElimina