martedì 2 dicembre 2014

La nascita di Venezia

VENEZIA

"Con una forza di volontà panteista
Il piccolo artefice del Mar dei Coralli,
Eroico nell'abisso azzurro,
Erige una splendida galleria e una lunga arcata,
Costruzioni ricche di molti fregi, di ghirlande marmoree,
A riprova di ciò che un verme sa fare,
Faticando in un'acqua più bassa,
Esperto in un'arte simile,
Un essere intrepido mostrò la potenza di Pan,
Quando Venezia sorse in scogliere di palazzi"

(H. Melville)



ATTILA

"Tre mesi d'assedio, cibo scarso, l'esercito protesta,
Meditando sotto le mura di Aquileia
Egli vede le cicogne: Guardate! Se ne vanno!
Dio parla agli uccelli. La città è nostra".
Così è.
Non lasciano pietra su pietra dove passano,
Gli abitanti che sopravvivono, fuggono di qua di là,
E alcuni si volgono alla costa, alle paludi,
Alle isole sull'Adriatico. Qui.
Tre generazioni dopo, Cassiodoro,
Li trova, un popolo che, come uccelli acquatici,
Ha fissato il suo nido sul petto delle onde.
Un'economia cresce sul sale, e lo commercia,
Sorge, ed è Venezia. Che adesso sprofonda.
Lo Stato fondato inconsapevolmente dagli Unni"

(P. Martin)




2 commenti:

  1. Ciao Walter, scusa la lunga assenza. I tuoi post sono sempre interessanti e, per quanto riguarda Attila, la leggenda dice che dove passava lui non cresceva più erba. Per fortuna che si è fermato a Torcello a quanto sembra. Tanti cari auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo.

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  2. In realtà si è fermato ad Altino, a Torcello non ci è mai arrivato ;)
    Buone Feste anche a te!

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