lunedì 2 luglio 2012

Profumo di barche

La nebbia entrava a bocconate golose nell'intirizzito pontile della Ca' d'Oro, dove attendevo da tempo lo spuntare d'un vaporetto per la Stazione.
Avvoltolato in lane sovrabbondanti, come si conveniva in quel novembre già rigido, un piccolo dal passeggino guardava assorto tra i banchi di nebbia transitare le gondole del traghetto di Santa Sofia, mentre una barca a motore portava il suo carico al mercato di Rialto, spandendo intorno generose zaffate di carburante.
Accanto al pontile un cacciapesca dal fondo piatto, ingombro di reti e cordami, rilasciava effluvi salmastri che parlavano di laguna aperta e barene.
Il bimbo allungò il collo tra le sciarpe e, rivolto il faccino alla ragazza che lo accompagnava (troppo giovane per essere la mamma, troppo grande per essere la sorella), esclamò: "che profumo di barche".
Intorno qualcuno sorrise compiaciuto.
Io sentii una specie di brivido e pensai: "ragazzo mio, tu sei un poeta. Non sarà facile per te".

(Dino Tonon)

1 commento:

  1. Molto bella.
    Un po' surreale (ma rinfrescante) leggere di nebbia, freddo e lana in questi giorni...

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