Tutta una folla, vista di spalle o di profilo, che assisteva ad uno spettacolo invisibile. In lontananza, il mare. Un'esecuzione sorprendente. Personaggi sorpresi in atteggiamenti famigliari durante una scena pubblica. Ma niente a che vedere con l'estro sorridente di Longhi o di Guardi. Blu lattiginosi, giacche color crema, arancio spento, abiti beige. Una sorta di morbida ieraticità nella curva delle spalle, nella posizione delle teste. La sensazione che tutta questa folla colta nell'energia dell'istante deviasse al contempo verso un altrove silenzioso, uno spazio onirico.
La delicatezza delle tonalità sembra giungere da un'Italia lontana e spirituale, quella di Piero della Francesca, ma il soggetto è incredibilmente moderno, di una stranezza funambolesca. Invitare a guardare ciò che non si vedrà. Uno spettacolo di strada. Tutte le categorie sociali mescolate, dal borghese panciuto con la parrucca al Pierrot uscito dritto dalle scene della commedia dell'arte, dalle popolane prosperose protese in avanti alla dama elegante con il cappello in testa e una mano sul fianco.
Ma il vero segreto è il personaggio arrampicato su uno sgabello e che tiene in mano una lunga bacchetta, una specie di asta, la cui estremità raggiunge il centro della scena. Che significato attribuire al suo gesto? Non è per attirare l'attenzione dei curiosi, già catturati dallo spettacolo. Interviene forse come deus ex machina, per fungere da interprete tra il pittore e gli spettatori dell'affresco, per sottolineare l'importanza di ciò che resta invisibile ai nostri occhi?"
(P. Delerm)
"L'affresco rappresenta una piccola baracca intorno alla quale si agita una folla di gente ansiosa di affacciarsi. Che cosa si vede? Che cosa ci si potrebbe vedere? Forse che un pittore di due secoli fa ha intravisto questo nostro "mondo" purtroppo "nuovo" perché inverosimile?"
(G. Francesco Malipiero)
[L'affresco in questione si trova al Museo del Settecento di Ca' Rezzonico, Venezia]
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Ad essere precisi, esistono tre versioni del "Mondo Nuovo": una a Ca' Rezzonico, una presso la Villa Valmarana (Vicenza) e una a Parigi al Museo delle Arti Decorative.
RispondiEliminaInoltre non è affatto un mistero cosa stiano guardando le persone ritratte da Giandomenico... chi di voi lo sa?
un proiettore d'ombre (non mi viene al momento il nome esatto)
RispondiEliminaComplimenti Davide!
RispondiEliminaProssimamente pubblicherò un post su quelle macchine antenate del cinema...
si chiama Mondo Nuovo un dispositivo ottico - analogo alla lanterna magica; c'è un gioco a mio parere fra "mondo nuovo", come umanità nuova, attratta dalle novità cui Giandomenico guarda sempre con benevolenza e affetto privo di moralismo e il trabiccolo, la diavoleria di una immagine che si produce da sé o quasi, che sicuramente poteva colpire un pittore. Adoro Giandomenico. Ciao! rubina
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