La gente si accalcava per guardare quelle immagini di paesi lontani, portando anche i bambini, proprio come in seguito al cinema (di cui il "Mondo novo" può essere considerato un progenitore). Tecnicamente consisteva in una sorta di scatola al cui interno un fascio di luce (prima una semplice candela, poi una lampada ad olio, e per questo motivo era chiamata anche "lanterna magica"), colpiva un'immagine trasparente (in genere immagini dipinte su lastre di vetro) e la proiettava ingrandita su un schermo bianco.
Oltre all'immagine (qui sopra) dell'incisore G. Zompini che documenta l'oggetto in sé, è rimasto celebre l'affresco di Giandomenico Tiepolo che raffigura una piccola folla di spalle in attesa di poter ammirare i lontani paesaggi grazie alla "scatola magica".
Alcuni esemplari ancora funzionanti sono esposti presso il Museo Nazionale del Cinema a Torino
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(fonti: M. Brusegan - E. Pascarella)
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