Nel 1500 Jacopo de' Barbari disegnò e incise quel capolavoro che ancora oggi non finisce di stupire: la pianta di Venezia a volo d'uccello. L'impressionante precisione tecnica e prospettica la rese fin da subito, e per i secoli a seguire, un punto di riferimento sicuro per storici, architetti, studiosi o semplici curiosi della storia di Venezia.
Come per diversi artisti rinascimentali, la vita del de’ Barbari è praticamente sconosciuta: si suppone sia nato intorno al 1440 a Venezia, ma non è mai stato trovato un certificato di nascita, così come è incerta la data di morte (forse il 1515). Anche l'attribuzione di alcune sue opere risulta difficile per via dell'insolita abitudine di firmarle con il simbolo del pianeta Mercurio. In ogni caso il de' Barbari era già piuttosto celebre prima della fine del Quattrocento, grazie ad alcune opere eseguite per l’imperatore Massimiliano d’Asburgo.
I suoi lavori ricevettero apprezzamenti anche da illustri colleghi come Albrecht Durer (1471-1528), cui si devono alcune annotazioni interessanti sulla vita dell’elusivo artista. Allievo di Alvise Vivarini, Barbari si dimostrò estremamente ricettivo verso la tradizione figurativa nord-europea, riadattandola con felici intuizioni alle proprie radici italiane.
Oltre alla pittura in senso stretto il de' Barbari praticò anche l’intaglio del legno e l’incisione a stampa. Tra i lavori di questo breve periodo, vanno sicuramente ricordati la meravigliosa mappa aerea di Venezia, realizzata con stupefacente precisione millimetrica, ed uno splendido bozzetto di Cleopatra, conservato al British Museum di Londra.
Purtroppo il de' Barbari è oggi quasi dimenticato in Italia, nonostante la presenza di diverse opere custodite a Venezia e alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Gode invece di notevole popolarità in Inghilterra come testimoniato dai grandi apprezzamenti ricevuti per l’esposizione di alcuni suoi pezzi al British Museum, nell’ambito della grande mostra dedicata ai disegni rinascimentali, tra cui spiccava una spettacolare stampa della veduta di Venezia realizzata con sei blocchi di legno di grandi dimensioni su sei fogli di carta che sono stati poi uniti per coprire una superficie di quasi quattro metri quadrati!
La stampa del British Museum è una delle undici originali sopravvissute dalla prima xilografia del 1500 (i blocchi di legno originali sono al Museo Correr di Venezia). L'editore della stampa fu Anton Kolb, un mercante tedesco di Norimberga, che risiedeva a Venezia. Le dimensioni della sua xilografia erano assolutamente senza precedenti. A Kolb venne concesso il diritto d'autore sul design da parte del governo della Serenissima, e venne autorizzato a vendere le stampe al prezzo, allora molto elevato, di tre ducati.
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venerdì 17 febbraio 2012
martedì 1 marzo 2011
Scuola dei Tiraoro e Battioro
Addossata alla Chiesa di San Stae si trova la sede della Scuola (o Scoletta) dei Tiraoro e Battioro. La Scuola venne fondata nel 1420 ed aveva inizialmente sede ai Santi Filippo e Giacomo, poi nella Chiesa di San Lio, dove rimase fino al 1710 quando si trasferì a San Stae. L'edificio, in stile tardo barocco, è attribuito all'architetto Giacomo Gaspari, che aveva partecipato senza successo al concorso per la facciata della Chiesa di San Stae.
I tiraoro fabbricavano fili d'oro per la manifattura tessile, per l'abbigliamento e per l'oreficeria, mentre i battioro riducevano l'oro in lamine sottili per la decorazione di opere d'arte (ad esempio per la facciata della Ca' d'Oro sul Canal Grande, oggi sede del Museo Franchetti).
Anche se la materia trattata era preziosa, la Scuola non fu mai ricca e anzi contrasse molti debiti per la costruzione dell'edificio. Quando la Scuola fu soppressa nel periodo napoleonico portò poche entrate alle casse del governo francese, essendo in forte passivo.
Sotto il governo austriaco l'edificio fu venduto alla nobildonna Angela Barbarigo, la quale per volere testamentario desiderò che l'immobile divenisse luogo di culto, ma gli eredi provvidero diversamente: divenne infatti deposito di carbone!
Nel 1876, in condizioni più che precarie, l'edificio fu acquistato dall'antiquario Antonio Correr che lo restaurò per destinarlo a galleria espositiva, uso mantenuto ancora oggi.
I tiraoro fabbricavano fili d'oro per la manifattura tessile, per l'abbigliamento e per l'oreficeria, mentre i battioro riducevano l'oro in lamine sottili per la decorazione di opere d'arte (ad esempio per la facciata della Ca' d'Oro sul Canal Grande, oggi sede del Museo Franchetti).
Anche se la materia trattata era preziosa, la Scuola non fu mai ricca e anzi contrasse molti debiti per la costruzione dell'edificio. Quando la Scuola fu soppressa nel periodo napoleonico portò poche entrate alle casse del governo francese, essendo in forte passivo.
Sotto il governo austriaco l'edificio fu venduto alla nobildonna Angela Barbarigo, la quale per volere testamentario desiderò che l'immobile divenisse luogo di culto, ma gli eredi provvidero diversamente: divenne infatti deposito di carbone!
Nel 1876, in condizioni più che precarie, l'edificio fu acquistato dall'antiquario Antonio Correr che lo restaurò per destinarlo a galleria espositiva, uso mantenuto ancora oggi.
lunedì 14 febbraio 2011
Apre la Casa di Corto Maltese a Venezia
Il 20 febbraio si inaugura a Venezia la Casa di Corto Maltese. Si tratta di una casa-museo dedicata al celebre personaggio creato dalla mente geniale di Hugo Pratt. Ma non solo. Ci saranno spazi dedicati ad esposizioni d'arte e ad attività ludico-creative. Questo bellissimo progetto nasce grazie all'impegno di un gruppo di persone appassionate di Corto Maltese e impegnate attivamente nel sociale e nella promozione artistica, tutte naturalmente accomunate da un grande amore per Venezia.
La Casa di Corto è ubicata all'interno di un bel palazzetto, con tanto di piccolo giardino interno, in Rio Terà dei Biri (Cannaregio, 5394/B), non molto distante dalla Chiesa dei Miracoli.
Un'occasione imperdibile per tutti gli amanti di questo personaggio, tanto più che all'interno della Casa sarà possibile anche incontrare Guido Fuga e Lele Vianello, collaboratori di sempre di Hugo Pratt, nonché autori della guida "Corto Sconto".
Sono infine felice di annunciare che i proprietari della Casa di Corto hanno voluto stringere un accordo con me, grazie al quale, tutte le persone che parteciperanno ai miei percorsi di visita a Venezia avranno diritto ad uno sconto sul biglietto d'ingresso alla Casa.
La Casa di Corto è ubicata all'interno di un bel palazzetto, con tanto di piccolo giardino interno, in Rio Terà dei Biri (Cannaregio, 5394/B), non molto distante dalla Chiesa dei Miracoli.
Un'occasione imperdibile per tutti gli amanti di questo personaggio, tanto più che all'interno della Casa sarà possibile anche incontrare Guido Fuga e Lele Vianello, collaboratori di sempre di Hugo Pratt, nonché autori della guida "Corto Sconto".
Sono infine felice di annunciare che i proprietari della Casa di Corto hanno voluto stringere un accordo con me, grazie al quale, tutte le persone che parteciperanno ai miei percorsi di visita a Venezia avranno diritto ad uno sconto sul biglietto d'ingresso alla Casa.
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lunedì 10 gennaio 2011
Il Sol Levante a Venezia
All'ultimo piano di Ca' Pesaro, oggi sede della Galleria Internazionale d'Arte Moderna, da molti anni si trova il Museo d'Arte Orientale di Venezia.
Venezia fu, nel 1873, la prima città europea in cui venne istituito un consolato giapponese dopo San Francisco e New York - quello stesso anno furono istituiti in città dei corsi di lingua giapponese, oggi quei corsi sono confluiti nell'Università di Cà Foscari. Pochi anni più tardi anche l'arte giapponese fece il suo ingresso ufficiale in Europa sempre attraverso Venezia con la partecipazione di alcuni artisti alla seconda Biennale Internazionale d'Arte nel 1897.
Il Museo costituisce una delle più importanti collezioni mondiali di arte giapponese del Periodo Edo. Raccolta che il Principe Enrico II di Borbone, conte di Bardi, acquistò durante il suo viaggio in Asia, compiuto tra il 1887 ed il 1889. Più di 30.000 pezzi tra i quali spade e pugnali, armature giapponesi, delicate lacche e preziose porcellane, con ampie sezioni dedicate all’arte cinese e indonesiana.
D'altra parte i rapporti tra Venezia e l'estremo oriente risalgono già ai tempi di Marco Polo e del suo mitico viaggio.
Da sempre corre voce che tra le sale di Ca' Pesaro si aggiri lo spettro di un antico samurai, bardato dell'armatura tipica dei guerrieri giapponesi e armato della leggendaria katana, la spada creata per servire un solo combattente.
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Venezia fu, nel 1873, la prima città europea in cui venne istituito un consolato giapponese dopo San Francisco e New York - quello stesso anno furono istituiti in città dei corsi di lingua giapponese, oggi quei corsi sono confluiti nell'Università di Cà Foscari. Pochi anni più tardi anche l'arte giapponese fece il suo ingresso ufficiale in Europa sempre attraverso Venezia con la partecipazione di alcuni artisti alla seconda Biennale Internazionale d'Arte nel 1897.
Il Museo costituisce una delle più importanti collezioni mondiali di arte giapponese del Periodo Edo. Raccolta che il Principe Enrico II di Borbone, conte di Bardi, acquistò durante il suo viaggio in Asia, compiuto tra il 1887 ed il 1889. Più di 30.000 pezzi tra i quali spade e pugnali, armature giapponesi, delicate lacche e preziose porcellane, con ampie sezioni dedicate all’arte cinese e indonesiana.
D'altra parte i rapporti tra Venezia e l'estremo oriente risalgono già ai tempi di Marco Polo e del suo mitico viaggio.
Da sempre corre voce che tra le sale di Ca' Pesaro si aggiri lo spettro di un antico samurai, bardato dell'armatura tipica dei guerrieri giapponesi e armato della leggendaria katana, la spada creata per servire un solo combattente.
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venerdì 7 gennaio 2011
Il Mondo Nuovo di Giandomenico Tiepolo
Tutta una folla, vista di spalle o di profilo, che assisteva ad uno spettacolo invisibile. In lontananza, il mare. Un'esecuzione sorprendente. Personaggi sorpresi in atteggiamenti famigliari durante una scena pubblica. Ma niente a che vedere con l'estro sorridente di Longhi o di Guardi. Blu lattiginosi, giacche color crema, arancio spento, abiti beige. Una sorta di morbida ieraticità nella curva delle spalle, nella posizione delle teste. La sensazione che tutta questa folla colta nell'energia dell'istante deviasse al contempo verso un altrove silenzioso, uno spazio onirico.
La delicatezza delle tonalità sembra giungere da un'Italia lontana e spirituale, quella di Piero della Francesca, ma il soggetto è incredibilmente moderno, di una stranezza funambolesca. Invitare a guardare ciò che non si vedrà. Uno spettacolo di strada. Tutte le categorie sociali mescolate, dal borghese panciuto con la parrucca al Pierrot uscito dritto dalle scene della commedia dell'arte, dalle popolane prosperose protese in avanti alla dama elegante con il cappello in testa e una mano sul fianco.
Ma il vero segreto è il personaggio arrampicato su uno sgabello e che tiene in mano una lunga bacchetta, una specie di asta, la cui estremità raggiunge il centro della scena. Che significato attribuire al suo gesto? Non è per attirare l'attenzione dei curiosi, già catturati dallo spettacolo. Interviene forse come deus ex machina, per fungere da interprete tra il pittore e gli spettatori dell'affresco, per sottolineare l'importanza di ciò che resta invisibile ai nostri occhi?"
(P. Delerm)
"L'affresco rappresenta una piccola baracca intorno alla quale si agita una folla di gente ansiosa di affacciarsi. Che cosa si vede? Che cosa ci si potrebbe vedere? Forse che un pittore di due secoli fa ha intravisto questo nostro "mondo" purtroppo "nuovo" perché inverosimile?"
(G. Francesco Malipiero)
[L'affresco in questione si trova al Museo del Settecento di Ca' Rezzonico, Venezia]
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mercoledì 17 marzo 2010
Musei Civici Veneziani
Ipertecnologico e assolutamente spettacolare il nuovo allestimento del Museo di Storia Naturale, che al Fondaco dei Turchi raccoglie 2 milioni di reperti che coprono un arco temporale di circa 700 milioni di anni. Si va dal dinosauro e gli altri reperti ritrovati da Giancarlo Ligabue nella spedizione sahariana del 1973, alla camera delle meraviglie di stampo cinquecentesco con le "mirabilia"; si passa per sezioni interattive attraverso le stanze degli esploratori veneziani e si arriva ad una wunderkammer virtuale che riassume le strategie della vita, ossia l'evoluzione degli esseri viventi.
A Ca' Pesaro invece è finalmente tornato a funzione museale il monumentale secondo piano del palazzo. Qui fino al 18 luglio è allestita la mostra "Le forme del moderno". In esposizione una trentina di grandi sculture di proprietà della Galleria d'Arte Moderna veneziana, da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo Martini.
MUSEO DI STORIA NATURALE
Venezia – Fondaco dei Turchi
Orari: mercoledì (9 -17), sabato e domenica (10-18)
Biglietti: 4,50€ intero; 3.00€ ridotto
Call center 848082000
www.museiciviciveneziani.it
LE FORME DEL MODERNO
Venezia - Ca' Pesaro, Galleria internazionale d'Arte Moderna
Fino al 18 luglio 2010
Orario: 10-18; chiuso il lunedì
Biglietti: 6,50€ intero; 4,00€ ridotto
Call center 848082000
www.museiciviciveneziani.it
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A Ca' Pesaro invece è finalmente tornato a funzione museale il monumentale secondo piano del palazzo. Qui fino al 18 luglio è allestita la mostra "Le forme del moderno". In esposizione una trentina di grandi sculture di proprietà della Galleria d'Arte Moderna veneziana, da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo Martini.
MUSEO DI STORIA NATURALE
Venezia – Fondaco dei Turchi
Orari: mercoledì (9 -17), sabato e domenica (10-18)
Biglietti: 4,50€ intero; 3.00€ ridotto
Call center 848082000
www.museiciviciveneziani.it
LE FORME DEL MODERNO
Venezia - Ca' Pesaro, Galleria internazionale d'Arte Moderna
Fino al 18 luglio 2010
Orario: 10-18; chiuso il lunedì
Biglietti: 6,50€ intero; 4,00€ ridotto
Call center 848082000
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