mercoledì 31 marzo 2010
Diego Valeri: Guida sentimentale di Venezia
Sono davvero tanti i libri su Venezia che ho letto, ma solo alcuni mi sono rimasti davvero nel cuore.
Uno di questi è: "Guida sentimentale di Venezia" di Diego Valeri (1887-1976).
Diego Valeri è stato uno dei protagonisti della poesia italiana del Novecento, e in questa guida ci invita alla conoscenza della più magica delle nostre città: non un colto Baedeker per turisti alla ricerca dei monumenti e luoghi obbligati dalla tradizione, ma una vera e propria 'educazione sentimentale' a "quell'insolubile enigma che si rinserra nel cuore di Venezia".
Riporto qui alcuni significativi stralci:
"Quei nostri santi padri che, mille e più anni fa, posero mano alla costruzione di questa macchina straordinaria dovevano pur avere, insieme ad una enorme provvista di testarda volontà, un grano di generosa pazzia"
"Città sempre un poco strana e segreta, anche a chi l'abbia in antica consuetudine; che non si lascia comprendere intera neppure da chi ne abbia la labirintica topografia stampata nella testa e sotto la pianta dei piedi"
"Se si continua a scrivere di Venezia non è, dunque, perché si speri 'sua laude finire', ma soltanto per 'isfogar la mente'. Così diceva Dante di Beatrice, così diciamo noi di questo nostro amore in forma di città."
'Guida sentimentale di Venezia' Diego Valeri (Passigli Editori)
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lunedì 29 marzo 2010
Venezia, nuove esposizioni a Palazzo Fortuny
Dal 27 marzo al 18 luglio 2010, Palazzo Fortuny ospita tre nuove mostre estremamente interessanti.
Al pianoterra: "Città delle città", installazione di Francesco Candeloro, articolata in una serie di grandi opere,
in cui i temi dell'architettura, della città e dell'ambiente si legano a fotografia, scultura e segno, craendo un percorso-labirinto.
Al primo piano: "Mariano Fortuny, la seta e il velluto", presenta una straordinaria serie di rari Delphos,
i leggendari abiti plissé di Fortuny, e cappe, mantelli, costumi e accessori provenienti da collezioni private.
Al secondo piano: "Samurai", ovvero l'eccezionale nucleo di armature, elmi ed accessori della collezione Koelliker di Milano; di particolare significato l'assonanza con le scelte collezionistiche di Fortuny che includevano armi antiche orientali e una particolare attenzione al gusto e all'arte giapponese.
Ma chi era Mariano Fortuny y Mandrazo?
Fortuny giunge a Venezia, a fine 1800, con la madre e la sorella da Granada, e occupa la soffitta di Palazzo Pesaro degli Orfei (capolavoro gotico del '400). Artista eclettico (oggi diremmo "globale"), Mariano si interessa di pittura, fotografia, scenografia teatrale, illuminazione e design di tessuti. In breve tempo diventa celebre per i suoi abiti che vengono apprezzati da personaggi di fama come Eleonora Duse (la grande attrice drammatica, famosa anche per la sua storia d'amore con D'Annunzio) e Isadora Duncan (la ballerina che ha inventato la danza moderna).
Possiamo ben dire che Fortuny è il primo disegnatore di moda, il primo vero "stilista" della storia moderna.
In poco tempo Mariano acquistò tutto il palazzo tasformandolo nella sua casa-laboratorio, e nel 1919 apre sull'isola della Giudecca un'officina per la produzione in serie delle sue stoffe da decorazione.
Da ricordare il fatto che ebbe anche l'onore di essere nominato, col suo vero nome, da Proust nel libro "Alla ricerca del tempo perduto"
.
Al pianoterra: "Città delle città", installazione di Francesco Candeloro, articolata in una serie di grandi opere,
in cui i temi dell'architettura, della città e dell'ambiente si legano a fotografia, scultura e segno, craendo un percorso-labirinto.
Al primo piano: "Mariano Fortuny, la seta e il velluto", presenta una straordinaria serie di rari Delphos,
i leggendari abiti plissé di Fortuny, e cappe, mantelli, costumi e accessori provenienti da collezioni private.
Al secondo piano: "Samurai", ovvero l'eccezionale nucleo di armature, elmi ed accessori della collezione Koelliker di Milano; di particolare significato l'assonanza con le scelte collezionistiche di Fortuny che includevano armi antiche orientali e una particolare attenzione al gusto e all'arte giapponese.
Ma chi era Mariano Fortuny y Mandrazo?
Fortuny giunge a Venezia, a fine 1800, con la madre e la sorella da Granada, e occupa la soffitta di Palazzo Pesaro degli Orfei (capolavoro gotico del '400). Artista eclettico (oggi diremmo "globale"), Mariano si interessa di pittura, fotografia, scenografia teatrale, illuminazione e design di tessuti. In breve tempo diventa celebre per i suoi abiti che vengono apprezzati da personaggi di fama come Eleonora Duse (la grande attrice drammatica, famosa anche per la sua storia d'amore con D'Annunzio) e Isadora Duncan (la ballerina che ha inventato la danza moderna).
Possiamo ben dire che Fortuny è il primo disegnatore di moda, il primo vero "stilista" della storia moderna.
In poco tempo Mariano acquistò tutto il palazzo tasformandolo nella sua casa-laboratorio, e nel 1919 apre sull'isola della Giudecca un'officina per la produzione in serie delle sue stoffe da decorazione.
Da ricordare il fatto che ebbe anche l'onore di essere nominato, col suo vero nome, da Proust nel libro "Alla ricerca del tempo perduto"
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mercoledì 24 marzo 2010
E’ ancora possibile “scoprire” Venezia?
Forse è la città più fotografata al mondo, innumerevoli i libri a lei dedicati, per non parlare dei set cinematografici che ancora oggi ne utilizzano le meravigliose, e uniche al mondo, quinte scenografiche, ma quante persone possono dire di averla "vista" veramente?
Al di là degli sterotipi, fuori dai luoghi comuni e dai soliti percorsi, oltre a Piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri e il Ponte di Rialto, cosa si conosce davvero di questa città anfibia? Poco, davvero poco.
Perché anche chi si avventura fuori dagli itinerari battuti dal turismo di massa, non sa dove andare né cosa cercare, e quando lo sa, si perde inghiottito dal labirinto apparentemente senza senso delle sue calli.
E anche quando riesce a scovare un tesoro nascosto o un suggestivo campiello, le pietre lo guardano mute, seppur trasudanti di storie, di fiabe e di leggende, giacché non c'è chi può tradurre per loro quella poesia solidificatasi nei secoli.
Almeno fino a ieri. Perché da oggi un uomo innamorato di questa città ha deciso di condividere la sua profonda conoscenza di Venezia, della sua storia, delle sue leggende e delle sue fiabe, creando un servizio di visita davvero diverso dal solito.
Lontano dal fiume dei turisti, che frenati dalla paura di perdersi percorrono sempre i soliti tragitti, questo codega (così si fa chiamare e presto spiegheremo il perché) accompagna le persone curiose di scoprire l'anima nascosta, gli aneddoti legati alla vita quotidiana passata e presente, i segreti e le magie di questa città millenaria.
In passato, prima dell'illuminazione pubblica, la città era molto buia di notte; nacque così una nuova professione: delle persone sostavano per le vie munite di lanterna a mano e, dietro ricompensa, accompagnavano i passanti verso la loro destinazione. Erano i còdega.
Ispirandosi e riallacciandosi quindi a questa figura storica, arricchendo le passeggiate di spiegazioni, aneddoti e racconti, e fornendo, perché no, preziosi consigli culinari, oggi è possibile finalmente scoprire una Venezia diversa, o come il nostro codega moderno l'ha voluta chiamare: "L'altra Venezia", quella che non trovate sulle guide turistiche.
Per informazioni e prenotazioni: info@laltravenezia.it
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martedì 23 marzo 2010
Mostre, Venezia rende omaggio alla pittura di Felice Carena
Capolavori esemplari, opere inedite o raramente presentate, lavori ritrovati ed esposti per la prima volta. È la grande mostra che Venezia dedica a Felice Carena (1879-1966), l’artista di origini piemontesi, protagonista del Novecento italiano, che scelse la Serenissima per trascorrere gli ultimi e fecondi anni della sua carriera. Promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, la mostra “Felice Carena e gli anni di Venezia” resterà allestita dal 27 marzo al 18 luglio a Palazzo Franchetti. A distanza di quindici anni dalla rassegna svoltasi a Torino nel 1996, l’esposizione è la prima importante occasione per riscoprire e rivalutare Carena.
Fonte: Il Velino
Fonte: Il Velino
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lunedì 22 marzo 2010
Venezia, il ventre multiculturale d’Oriente
Linguaggio sublime. Esaltazione d’amore. Cascate di glicini sventagliano gialli fosforescente. Soffice bomboniere filanti. Feline predilette in un ballo per propiziare la fertilità. Uno stacco dà respiro a un tuono che penetra nelle acque di un fiume. Danza Antica legata alla femminilità Sacra. Danza Orientale, celebrazione di donne.
Venezia riassapora il suo glorioso passato. L’antica porta d’Oriente. Centro di due mondi. E lei, la Serenissima, unica nel suo genere con la sua laguna, è a suo agio quando può mescolare tratti armeni con melodie delle steppe asiatiche, veli marocchini con braccialetti kazachi, melodie egiziane con colori indiani.
Nell’isola lagunare del Lido, è andato in scena il Convegno Internazionale Danze Orientali (19-21 marzo), evento dedicato alla ricerca, diffusione ed evoluzione delle forme di danza delle donne, alle tradizioni ed ai costumi di culture lungo la Grande Via della Seta, mitica strada che collega la Cina con il Mediterraneo.
È un viaggio lunghissimo quella della danza orientale. Partito dalle tribù gitane dalla Persia, e via via contaminatosi in molte e diversificate aree del mondo. Stili di scuole diverse. Qualcuna rimasta più nell’ombra come le danze tribali del deserto o le danze proibite, ma linguaggi ancora noti e pieni di mistero, come la danza berbera del Marocco, o le danze dell’Andalusia che ispirarono il flamenco.
Cultura occidentale. Cultura orientale. Unite. Indistinguibili. Mescolate. Ogni singolo movimento è stato re-interpretato una serie infinita di volte da milioni e milioni di donne (e qualche uomo). Musica e danza hanno il grande privilegio di portare pace fra i popoli. Le donne, hanno l’onore di usare tutto questo, per materializzare l’amore.
Fonte: Il Reporter
Venezia riassapora il suo glorioso passato. L’antica porta d’Oriente. Centro di due mondi. E lei, la Serenissima, unica nel suo genere con la sua laguna, è a suo agio quando può mescolare tratti armeni con melodie delle steppe asiatiche, veli marocchini con braccialetti kazachi, melodie egiziane con colori indiani.
Nell’isola lagunare del Lido, è andato in scena il Convegno Internazionale Danze Orientali (19-21 marzo), evento dedicato alla ricerca, diffusione ed evoluzione delle forme di danza delle donne, alle tradizioni ed ai costumi di culture lungo la Grande Via della Seta, mitica strada che collega la Cina con il Mediterraneo.
È un viaggio lunghissimo quella della danza orientale. Partito dalle tribù gitane dalla Persia, e via via contaminatosi in molte e diversificate aree del mondo. Stili di scuole diverse. Qualcuna rimasta più nell’ombra come le danze tribali del deserto o le danze proibite, ma linguaggi ancora noti e pieni di mistero, come la danza berbera del Marocco, o le danze dell’Andalusia che ispirarono il flamenco.
Cultura occidentale. Cultura orientale. Unite. Indistinguibili. Mescolate. Ogni singolo movimento è stato re-interpretato una serie infinita di volte da milioni e milioni di donne (e qualche uomo). Musica e danza hanno il grande privilegio di portare pace fra i popoli. Le donne, hanno l’onore di usare tutto questo, per materializzare l’amore.
Fonte: Il Reporter
Aprile, dolce viaggiare per sei milioni di italiani
Pasqua è alle porte, un primo, importantissimo test per capire che turismo sarà, in questo 2010 che dovrebbe, potrebbe, essere l'inizio della fine della crisi. Anche nel turismo Secondo le stime dell'Istituto nazionale delle ricerche turistiche (Isnart), saranno oltre 6 milioni, uno su dieci, gli italiani a partire per un viaggio in aprile e, complice la povertà di ponti, il 30 per cento dei partenti si muoverà negli immediati dintorni di Pasqua.
Le mete più richieste in Italia sono le città d'arte, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio Amadeus e da Google Italy. In particolare, spiccano Roma e Venezia. La Capitale è al primo posto nella classifica delle destinazioni scelte dagli italiani per le vacanze pasquali anche secondo il network on line Trivago. Nonostante meta preferita dagli autoctoni, la capitale perderà il mercato tedesco e spagnolo, indirizzati soprattutto sulle mete nazionali; sarà tuttavia la seconda destinazione preferita dai francesi dopo Parigi, e la quarta per i polacchi. Difficilmente, però, città come Roma, Venezia o Firenze registreranno i "tutto esaurito" cui si erano abituate fino a poco tempo fa. Complice la crisi, la tendenza è quella di accorciare gli spostamenti e di decidere all'ultimo istante, dando la caccia ai "last minute". In sintesi, in Italia, tra gli italiani, riscuotono più successo le città d'arte in generale con Roma e Venezia in primis e poi Liguria, Toscana, Sicilia, Sardegna e Campania. Tra le grandi città europee svettano Parigi, Londra, Barcellona, Praga, Budapest e Amsterdam. Per quanto riguarda le mete estere sul corto-medio raggio, l'Egitto continua a spadroneggiare, come gli Stati Uniti dominano la scena sulla lunga distanza.
Fonte: La Repubblica
Le mete più richieste in Italia sono le città d'arte, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio Amadeus e da Google Italy. In particolare, spiccano Roma e Venezia. La Capitale è al primo posto nella classifica delle destinazioni scelte dagli italiani per le vacanze pasquali anche secondo il network on line Trivago. Nonostante meta preferita dagli autoctoni, la capitale perderà il mercato tedesco e spagnolo, indirizzati soprattutto sulle mete nazionali; sarà tuttavia la seconda destinazione preferita dai francesi dopo Parigi, e la quarta per i polacchi. Difficilmente, però, città come Roma, Venezia o Firenze registreranno i "tutto esaurito" cui si erano abituate fino a poco tempo fa. Complice la crisi, la tendenza è quella di accorciare gli spostamenti e di decidere all'ultimo istante, dando la caccia ai "last minute". In sintesi, in Italia, tra gli italiani, riscuotono più successo le città d'arte in generale con Roma e Venezia in primis e poi Liguria, Toscana, Sicilia, Sardegna e Campania. Tra le grandi città europee svettano Parigi, Londra, Barcellona, Praga, Budapest e Amsterdam. Per quanto riguarda le mete estere sul corto-medio raggio, l'Egitto continua a spadroneggiare, come gli Stati Uniti dominano la scena sulla lunga distanza.
Fonte: La Repubblica
venerdì 19 marzo 2010
Telebooking per la Basilica di San Marco
Con l'avvio della stagione turistica, dopo un paio d'anni di sperimentazioni, entra in funzione il nuovo servizio di prenotazione online delle visite nella Basilica di San Marco di Venezia. Tale servizio permetterà, a chi lo vorrà, di programmare nel dettaglio l'orario della visita alla cattedrale veneziana e di evitare così le lunghe code in piazza. Il sistema si chiama ''InsideTelebooking'' e favorirà, oltre ad una migliore cura ed attenzione nei riguardi del visitatore, anche un maggior ordine e controllo rispetto alle modalità precedentemente utilizzate.
E' stato elaborato dalla Insidecom di Padova (gruppo Infracom) d'intesa con la Procuratoria di S. Marco che gestisce e cura la cattedrale marciana. Si tratta, Puntualizza il Patriarcato di Venezia, di un servizio che si affianca (senza sostituirla) alla normale possibilità di visitare la Basilica sprovvisti di prenotazione ed utilizzando il consueto accesso dalla porta principale che dà su Piazza S. Marco.
Il telebooking sarà disponibile per gli operatori turistici dal 22 marzo prossimo mentre per i visitatori ''singoli'' dal primo di aprile e sarà attivo da aprile ad ottobre di ogni anno, nel periodo cioè più frequentato dai visitatori italiani e stranieri. Le prenotazioni potranno essere effettuate andando sul sito www.venetoinside.com o entrando nel settore ''programmare la visita'' del sito istituzionale www.basilicasanmarco.it
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E' stato elaborato dalla Insidecom di Padova (gruppo Infracom) d'intesa con la Procuratoria di S. Marco che gestisce e cura la cattedrale marciana. Si tratta, Puntualizza il Patriarcato di Venezia, di un servizio che si affianca (senza sostituirla) alla normale possibilità di visitare la Basilica sprovvisti di prenotazione ed utilizzando il consueto accesso dalla porta principale che dà su Piazza S. Marco.
Il telebooking sarà disponibile per gli operatori turistici dal 22 marzo prossimo mentre per i visitatori ''singoli'' dal primo di aprile e sarà attivo da aprile ad ottobre di ogni anno, nel periodo cioè più frequentato dai visitatori italiani e stranieri. Le prenotazioni potranno essere effettuate andando sul sito www.venetoinside.com o entrando nel settore ''programmare la visita'' del sito istituzionale www.basilicasanmarco.it
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giovedì 18 marzo 2010
Ascoltare Venezia
Come restituire fascino ad una città consumata dagli sguardi? Come ovviare a quella vertiginosa moltiplicazione di immagini, per lo più stereotipate, che banalizzano l’identità di un luogo unico al mondo quale è Venezia?
Semplicemente, a volte, ci vuole orecchio, come direbbe Jannacci, per regalare nuova consistenza alla realtà e nuova linfa alla nostra immaginazione. "Ecouter Venise" è appunto l’originale linguaggio descrittivo escogitato dalla conduttrice radiofonica di «France Culture» Monica Fantini, veneta di nascita e parigina d’adozione, approdata nei giorni scorsi in laguna, con operatori e tecnici del suono francesi al seguito, a reperire sul campo materiali e registrazioni a tema per il suo documentario sonoro "La rumeur de Venise".
Insomma, come già rilevava Luigi Nono, Venezia è una città che ci educa all’ascolto, rinviandoci l’eco dei nostri passi, lo sciabordio rassicurante e quasi amniotico dei canali, il respiro a volte pressoché palpabile del nostro vicino di casa, o scandendo i nostri ritmi giornalieri con i due quotidiani rintocchi della marangona (l’unica campana udibile da ogni parte della città).
Fonte: La Nuova
English version
Version française
Semplicemente, a volte, ci vuole orecchio, come direbbe Jannacci, per regalare nuova consistenza alla realtà e nuova linfa alla nostra immaginazione. "Ecouter Venise" è appunto l’originale linguaggio descrittivo escogitato dalla conduttrice radiofonica di «France Culture» Monica Fantini, veneta di nascita e parigina d’adozione, approdata nei giorni scorsi in laguna, con operatori e tecnici del suono francesi al seguito, a reperire sul campo materiali e registrazioni a tema per il suo documentario sonoro "La rumeur de Venise".
Insomma, come già rilevava Luigi Nono, Venezia è una città che ci educa all’ascolto, rinviandoci l’eco dei nostri passi, lo sciabordio rassicurante e quasi amniotico dei canali, il respiro a volte pressoché palpabile del nostro vicino di casa, o scandendo i nostri ritmi giornalieri con i due quotidiani rintocchi della marangona (l’unica campana udibile da ogni parte della città).
Fonte: La Nuova
English version
Version française
Sebastiano Ricci e il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano
Nell’ambito delle celebrazioni per i 350 anni dalla nascita del pittore veneto Regione Veneto e Fondazione Giorgio Cini promuovono un’importante mostra a Venezia nell'isola di San Giorgio Maggiore, dal 24 aprile all'11 luglio 2010: Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano. Questa iniziativa, promossa e organizzata da Fondazione Giorgio Cini e Regione del Veneto, si propone di celebrare la figura, l’ingegno e l’opera di Sebastiano Ricci, a 350 anni della nascita del pittore bellunese, che fu geniale precursore del Rococò in Italia e nei più importanti centri europei, da Vienna a Londra, contribuendo a diffondere l’arte e la cultura veneta nel mondo.
L’esposizione, curata dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, diretto dal prof. Giuseppe Pavanello, riunirà un insieme di ‘bozzetti’ (dipinti, sculture, disegni) in grado di rappresentare un aspetto originale del genio multiforme e spettacolare di Sebastiano Ricci, alla base di quella rivoluzione formale, tecnica, stilistica, di gusto e di visione, legata alle novità del Rococò.
Ricci, oltre che grande maestro, fu infatti un innovatore dell’arte del bozzetto poiché ne rivalutò l’importanza e il valore di ‘originale’ rispetto all’opera finita che ne deriva.
In mostra non mancheranno i confronti con i bozzetti di altri importanti artisti della scuola veneziana del primo Settecento, quali Antonio Pellegrini, il giovane Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Giambattista Pittoni, Antonio Molinari, Giambattista Piazzetta.
Attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla grafica di Sebastiano Ricci, in particolare ai disegni custoditi presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Saranno, inoltre, esposti anche alcuni bozzetti in terracotta provenienti dal “fondo di bottega” di Giovanni Maria Morlaiter, oggi custoditi presso il Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico.
Fonte: Il Velino
L’esposizione, curata dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, diretto dal prof. Giuseppe Pavanello, riunirà un insieme di ‘bozzetti’ (dipinti, sculture, disegni) in grado di rappresentare un aspetto originale del genio multiforme e spettacolare di Sebastiano Ricci, alla base di quella rivoluzione formale, tecnica, stilistica, di gusto e di visione, legata alle novità del Rococò.
Ricci, oltre che grande maestro, fu infatti un innovatore dell’arte del bozzetto poiché ne rivalutò l’importanza e il valore di ‘originale’ rispetto all’opera finita che ne deriva.
In mostra non mancheranno i confronti con i bozzetti di altri importanti artisti della scuola veneziana del primo Settecento, quali Antonio Pellegrini, il giovane Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Giambattista Pittoni, Antonio Molinari, Giambattista Piazzetta.
Attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla grafica di Sebastiano Ricci, in particolare ai disegni custoditi presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Saranno, inoltre, esposti anche alcuni bozzetti in terracotta provenienti dal “fondo di bottega” di Giovanni Maria Morlaiter, oggi custoditi presso il Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico.
Fonte: Il Velino
mercoledì 17 marzo 2010
La pubblicità salva i palazzi
VENEZIA — Longhena come non si era mai visto, vale a dire a un palmo dal naso. L’occasione è ghiotta: a restauro appena ultimato della facciata barocca di Ca’ Rezzonico, putti paffuti e dettagli giocosi delle decorazioni lapidee saranno alla portata di veneziani e turisti per un mese e mezzo, a partire da dopo Pasqua, grazie alle impalcature che rimarranno montate. Il restauro della facciata, presentato ieri mattina, completa così il restyling del Museo del ‘700 grazie al finanziamento di «Fashion Box-Replay ». E questa volta non si è trattato del «solito» sponsor bensì di un esperimento che ha portato in bella mostra sul Canal Grande le riproduzioni di opere d’arte contemporanea ospitate, in orginale, all’interno del museo. «Questo è il futuro - ha detto il sindaco Massimo Cacciari.
Fonte: Corriere del Veneto
Fonte: Corriere del Veneto
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